Rifondazione Comunista: flash mob per strigliare la Provincia su scuola e trasporti

MONZA - Un nuovo flash mob di Rifondazione Comunista: domenica si è svolto davanti alla sede della Provincia di Monza e Brianza, proprio in occasione del rinnovo delle cariche per il nuovo Consiglio, per chiedere maggiore attenzione su scuola e trasporti

Senza troppi giri di parole i compagni di Rifondazione comunista chiedono: “Ma la Provincia esiste? Se esiste deve intervenire su temi importanti quali il trasporto pubblico e la scuola dai quali negli ultimi tempi si è sfilata. Altrimenti se non esiste più che senso ha continuare a mantenere una struttura faraonica e costosa?”.

Semplice la domanda (non altrettanto la risposta) che domenica un nutrito gruppo di militanti del Partito di Rifondazione Comunista di Monza e Brianza ha esposto  davanti alla sede della Provincia, in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio.

Una manifestazione pacifica fatta con cartelli, striscioni e soprattutto la richiesta di un intervento immediato e concreto sul problema del ridimensionamento del trasporto pubblico e del taglio (prorogato all'1 marzo, invece dell'1 febbraio) di molte linee di autobus.

“Da parte della Provincia c’è un profondo disinteresse sul tema dei trasporti, malgrado sia direttamente coinvolta – spiega Michele Quitadamo, segretario del partito – Ritorniamo all’attacco con la proposta dell’introduzione di un unico biglietto provinciale per studenti e lavoratori i quali, per andare in ufficio e a scuola devono sborsare molti soldi”.

Quitadamo chiede al presidente rieletto Gigi Ponti e al suo team di impegnarsi seriamente sul tema. “Sempre che la Provincia esista veramente e sia operativa – incalza – Altrimenti che senso ha  mantenere una struttura fantasma con costi gestionali elevati? Una struttura per altro eletta da una democrazia spezzata e violata che non ha portato al coinvolgimento diretto dei cittadini”.

La richiesta dei compagni è una: Ponti, se la Provincia esiste ancora  impegnati a salvare trasporti e scuola.

Barbara Apicella


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