Sempre più straniere tra le donne artigiane
MONZA - Nella Giornata internazionale della Donna l'Unione Artigiani ci offre una "fotografia" della situazione lavorativa delle imprese artigiane in rosa. Con un dato che emerge su tutti: negli ultimi cinque anni, nella Provincia di Monza e Brianza, quelle che fanno riferimento a donne straniere sono aumentate del 45%.
Nella Giornata dedicata alla Festa della Donna, emergono con prepotenza i dati sull’imprenditoria artigiana al femminile che, tra Milano e Monza e Brianza, ha registrato nel 2015 11.297 imprese individuali in rosa, con un +4% rispetto a 5 anni fa (+6% a Milano rispetto al 2011; +4% nell’Area Metropolitana; +3% a Monza-Brianza).
Ma, mentre le imprese individuali con titolare una donna italiana segnano un calo costante, passando da un totale di 9.064 imprese del 2011 a 8.841 odierne (-4% a Milano; -2% nell’Area Metropolitana e in Brianza); le straniere crescono a ritmi inesorabili, passando da 1.761 aziende a 2.456 (+39% in cinque anni), con punte del +45% a Monza e Brianza, del 39% nell’Area Metropolitana e del 38% a Milano.
Sugli scudi, secondo una indagine dell’Unione Artigiani di Milano, il settore della cura della persona (4.095 ditte, pari al 36% del totale), seguito dai servizi di pulizia con 2.238 imprese (20%) e dal tessile-abbigliamento (1.377 realtà, 12%).
Di esse, 8.841 (78,3%) vedono protagoniste donne italiane, mentre il restante 21,7% (2.456 aziende) vanta una titolare di origine straniera.
In particolare, le donne italiane primeggiano nella cura della persona con 3.700 ditte individuali (90% del settore al femminile), contro le 395 straniere (10%). A seguire, le imprese di pulizia con 1.502 italiane (67%) e 736 straniere (33%) e il tessile abbigliamento (807 italiane, 59%, contro 570 straniere, 41%).
Nella città di Milano sono 2.763 (il 20% delle ditte con titolare italiano) le imprese individuali italiane in rosa contro 1162 straniere (il 15% delle aziende con titolare straniero). Interessanti le suddivisioni per fasce d’età: le imprenditrici italiane sono più “mature” con punte del 30% tra i 40 e i 50 anni, del 28% tra i 50 ei 60 e del 25% tra i 60 e i 70 anni; le straniere figurano mediamente più giovani con il 39% nella fascia 40/50, il 30% tra i 30 e i 40 anni, il 19% tra i 60 e i 60 e solo il 5% oltre i 60 anni. Supremazia straniera tra le giovanissime (20/30 anni) con il 7% rispetto al 4% delle italiane.
Dati simili per l’Area Metropolitana con 3.943 titolari italiane (il 15% del totale delle imprese individuali italiane) e 969 titolari di origine straniera (il 13% del totale straniero). Nel decennio 20/30 anni, prevalgono ancora di più le straniere con il 10% rispetto alle italiane (6%). Il 40% delle imprenditrici straniere si concentra nella fascia 40/50 anni (33% le italiane, che primeggiano invece tra i 50 e i 60 anni con il 28% contro il 15%). Percentuali ribaltate rispetto alle giovani, per le donne tra i 60 e i 70 anni: 13% delle imprese con titolare femminile italiana rispetto al 4% delle straniere.
Anche la Brianza certifica che il futuro delle piccole imprese artigiane a tinte rosa guarda verso le imprenditrici di origine straniera. Su 15.174 imprese individuali totali, sono 12.774 quelle con titolare un italiano e di esse 1916, il 15%, hanno una donna alla guida. 2400 le aziende con titolare straniero (il 16% sul totale), con 312 imprenditrici (13% del totale stranieri). Sfida generazionale più equilibrata però: tra le giovani (20/30 anni) prevalgono con il 10% le straniere rispetto al 7% delle italiane; tra i 30 e i 40 più netta la rappresentanza straniera (34%) rispetto a quella nazionale (22%), mentre siamo quasi al pareggio tra i 40 e i 50 anni (35% estero contro 32% indigeno). Situazione che si ribalta tra le donne mature: le brianzole tra i 50 e i 60 anni si attestano al 27% di tutte le imprenditrici individuali locali, solo il 16% per le straniere. Tra i 60 e i 70, 13% tricolore contro il 5% straniero.
Sostanzialmente identica la fotografia di Monza, terza città lombarda e capoluogo brianteo. Su un totale di 1.831 imprese individuali (1.324, 72%, con titolare italiano, e 507, 28%, straniero), le donne rappresentano una quota del 19% fra i connazionali (252 aziende) contro il 12% degli stranieri (61). Medie per fasce di età rispettare rispetto ai trend milanesi. A un 4% di giovani italiane tra i 20 e i 30 anni, corrisponde il 13% delle straniere; al 19% delle monzesi doc tra i 30 ei 40, risponde il 40% delle immigrate. Pareggio tra i 40/50 anni: 27% italiane, 25% straniere. Ribaltone confermato tra i 50 ei 60 anni (29 contro 17%) ed emblematico tra i 60 e i 70 anni: le italiane imprenditrici monzesi rappresentano il 21% delle donne ancora al timone di una ditta, contro il 5% delle straniere.
“I dati elaborati sull’imprenditoria femminile milanese e brianzola – spiega il segretario generale dell’Unione Artigiani di Milano, Marco Accornero – rispecchiano una situazione generale, caratterizzata dalla crisi che imperversa sulle imprese da anni, ma da una sostanziale tenuta dell’artigianato anche e soprattutto grazie al voglia di fare impresa straniera. Questa situazione deve indurre a profonde riflessioni circa il costante e inesorabile allontanamento degli italiani, in particolare dei giovani, dalle attività artigiane, ma d’altro canto deve farci considerare come una autentica risorsa l’attivismo imprenditoriale di origine straniera".
"A patto che si svolga nel pieno rispetto delle regole – conclude Accornero -, l’impresa artigiana con un titolare straniero rappresenta talvolta un esempio di abnegazione al lavoro e di coraggio imprenditoriale che dovrebbe spronare tanti nostri giovani a riconsiderare l’attività in proprio e i mestieri artigiani. Mai come in questa giornata, le donne imprenditrici esprimono una caparbietà che, al di là della provenienza etnica, figura come la migliore immagine per celebrare l’8 marzo e riconoscere loro doti e capacità straordinarie nella professione come nella vita".