Uscire di casa, scendere dalle scale per andare al lavoro e imbattersi di prima mattina nel kit del perfetto tossicodipendente. Bilancino, accendino, e persino una dose appallottolata nella carta trasparente e forse caduta dalla tasca dello spacciatore o forse persa dalla fretta mentre fuggiva disturbato dai passi dell’inquilino. Questo quello che ha trovato ieri mattina  un nostro lettore di Monza che vive nella grande casa di ringhiera di via Sant’Alessandro 46, proprio a ridosso della ferrovia.

Una palazzina nota da anni alle forze dell’ordine per le continue denunce dei residenti: spaccio, microcriminalità, extracomunitari che vivevano e dormivano nei solai e persino prostituzione sui ballatoi. Più volte Polizia di Stato e Carabinieri sono intervenuti con blitz anche in piena notte e con l’unità cinofila, l’ultima volta in ordine di tempo alcuni mesi fa. Segnalazioni ormai annose anche agli uffici comunali e alla polizia locale per segnalare queste anomalie che spaventano soprattutto i residenti più anziani. Poi dopo un periodo di apparente calma, il problema si ripresenta.

Proprio come è avvenuto ieri quando, il nostro lettore, uscendo di casa si è imbattuto in questa brutta sorpresa, immortalandola e inviandoci le foto.

“È una vergogna – commenta chiedendoci naturalmente l’anonimato – Qui c’è un continuo e strano via vai di persone. Un andirivieni che da tempo ci insospettisce fino a quando ho fatto la scoperta. Pusher e tossicodipendenti si sono creati un vero e proprio angolo della droga ricavando un’apertura in uno spazio comune chiuso. È da anni che chiediamo maggiori controlli e oggi a gran voce ribadiamo: vogliamo sicurezza per noi, i nostri figli e i nostri anziani genitori”.