Sos in ospedale: pazienti esasperati e aumentano le aggressioni contro gli infermieri

MONZA - Il Nursind, il sindacato degli infermieri, fa sentire la sua voce. Troppe le aggressioni subito dal personale nelle strutture sanitarie. Di recente è accaduto anche all'ospedale San Gerardo. Per questo motivo venerdì è stato allestito un presidio per sensibilizzare i cittadini

Gli infermieri accendono i riflettori sui rischi che ogni giorno corrono in corsia, in particolare le aggressioni da parte dei pazienti. Un messaggio importante quello lanciato venerdì da alcuni componenti del sindacato di categoria Nursind che, alla vigilia della Giornata Internazionale dell’infermiere, hanno organizzato un presidio all’ingresso dell’ospedale San Gerardo di Monza.

Lampante e diretto il messaggio scritto sul volantino distribuito agli utenti: “Prenditi cura di noi affinché possiamo prenderci cura di te”. Insomma basta alle aggressioni (fisiche e verbali) contro gli infermieri che ogni giorno in corsia – soprattutto nei reparti più delicati e dove magari l’esasperazione è tagliante come per esempio nei Pronto soccorso  - vengono spesso presi di mira dagli utenti.

I fatti di cronaca, anche recente, non risparmiano neppure l’ospedale San Gerardo di Monza dove poche settimane fa un utente è andato in escandescenza.

I numeri, purtroppo, a livello nazionale parlano chiaro: quella dell’infermiere è una professione rischiosa, oltre che stressante.

Ma che cosa c’è alla base di questa escalation contro il personale infermieristico? “Il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario è in continuo aumento e sta assumendo numeri importanti che incidono non solo sulla persona colpita ma su tutto il sistema – si legge nel comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi dal Nursind -  E anche i numero sono particolarmente preoccupanti con un contino aumento di aggressione ai danni degli infermieri, in costante aumento anche in questo 2017. Aggressioni in aumento nei penitenziari, ma anche nelle corsie degli ospedali in particolare al Pronto soccorso, in Terapia intensiva e al 118. Una situazione pressoché normale nei servizi psichiatrici anche se in questo caso le aggressioni sono legate soprattutto alla componente clinica e alla patologia dei pazienti”.

Ma perché gli infermieri vengono presi di mira? Non è un problema di professionalità, ma di organizzazione del servizio. In altri termine la mancanza di personale e spesso il prolungarsi dell’attesa scatena negli utenti quella rabbia che poi si riversa sugli infermieri.

Aggressioni che possono portare seri problemi: sempre secondo i dati del Nursind 16 volte su 100 le aggressioni producono danni fisici con conseguente inabilità lavorativa. Con un costo non certo irrisorio per l’azienda e per il servizio sanitario nazionale. Oltre che per pazienti che si vedono perciò costretti a fare i conti con un personale infermieristico sempre più ridotto all’osso.

Con una conclusione. “A poco servono strategie di contenimento o di pronta risposta se si continua a dare motivo ai cittadini di lamentarsi delle inefficienze – conclude il comunicato stampa - Per questo motivo oggi chiediamo che le forze politiche e le istituzioni responsabili della garanzia del diritto alla salutesi attivino per tutelare gli operatori sanitari attraverso adeguate dotazioni di personale, adeguate organizzazioni del lavoro, adeguate risorse di finanziamento del Sistema sanitario nazionale. Se non si interrompe la catena dello sfogo del disagio, presto non saremo più in grado di garantire i diritti sociali e individuali. Il prossimo passo sarà la privatizzazione del Sistema magari con un non celato ritorno alle mutue o, detto in altro modo, al welfare aziendale o secondo pilastro”.


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