"Uomo delle focacce": l'agente di Polizia penitenziaria porta panetti di droga in carcere

MONZA - Un agente di Polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Monza è stato raggiunto dai Carabinieri a casa sua in Puglia dove stava trascorrendo i giorni di malattia: è stato trasferito nell'istituto di pena militare al termine di indagini che hanno rivelato con quale sistema collaborava con un detenuto portando panetti di hashish da spacciare all'interno del carcere.

Grazie alla sua collaborazione un detenuto riusciva a fare entrare nel carcere panetti di hashish: l'agente corrotto di Polizia penitenziaria è stato raggiunto dai Carabinieri mentre si trovava in malattia nella sua casa di Barletta. E' stato portato nell'istituto di pena militare di Santa Maria Capua Vetere. Dovrà rispondere delle accuse di concorso in detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e corruzione.

L'ordinanza di custodia cautelare firmata giovedì dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza è l'esito delle indagini iniziate nell'aprile 2015 quando, nel corso di una perquisizione in una cella, era stata trovata una Sim Card. Veniva utilizzata illegalmente dai detenuti che, grazie a questa, riuscivano a comunicare con l'esterno.

Uno di loro, in particolare, era riuscito a diventare il pusher dei carcerati. Grazie all'attività svolta dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, si è scoperto che inviava al panificio dei genitori a Quarto Oggiaro l'agente di Polizia penitenziaria, chiamato "l'uomo delle focacce". Ovviamente non aveva il compito di ritirare sfilatini e baguette, bensì di farsi consegnare soldi e panetti di hashish. Ogni mese, talvolta ogni due mesi.

Quando la consegna andava a buon fine, il detenuto rivelava all'agente di Polizia penitenziaria con quale parola d'ordine presentarsi dai genitori per incassare i 300 euro che gli spettavano per il servizio prestato.

Durante le indagini a carico dell'agente è inoltre emerso che si è assentato più volte dal servizio, in modo ingiustificato, per andare a casa sua in Puglia. Anche inventando problemi di salute con tanto di certificati medici a supporto delle sue scuse, grazie a un compiacente medico di famiglia che esercita la sua attività a Monza. La Procura sta valutando anche la posizione del medico, mentre l'agente di Polizia penitenziaria risponderà anche di truffa aggravata e falso ideologico.