Parrucchiera strangolata: l'ex fidanzato condannato a 16 anni di reclusione
NOVA MILANESE - L'ex fidanzato di Liliana Mimou, la parrucchiera residente in città trovata strangolata a bordo di un'auto nel parcheggio del cimitero di Cusano Milanino, è stato condannato. Il Gip del Tribunale di Monza l'ha ritenuto responsabile dell'omicidio avvenuto lo scorso anno
Una condanna a sedici anni di reclusione. Così ha deciso il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza, Cristina Di Censo, nei confronti di Davide Perseo. Il ventiseienne residente a Cusano Milanino era finito sul banco degli imputati per rispondere dell'accusa di omicidio della fidanzata che lo stava lasciando.
La ragazza, Liliana Mimou, parrucchiera di Nova Milanese, nella primavera dell'anno scorso era stata trovata morta nell'auto del giovane, abbandonata nel parcheggio del cimitero di Cusano.
Al termine del lavoro di indagini la Procura non ha avuto dubbi. L'autore del gesto estremo sarebbe Perseo che, in preda allo sconforto per la fine ormai imminente della relazione, sarebbe riuscito a ottenere un ultimo appuntamento con la ragazza per un chiarimento finale.
Da quell'incontro la parrucchiera, però, non ha più fatto ritorno a casa. L'hanno trovata priva di vita, strangolata. Lui era stato rintracciato più tardi dai Carabinieri, visibilmente in stato di choc.
In aula la difesa ha presentato una perizia psichiatrica per sostenere che il giovane in quel momento non era in grado di intendere di volere. Tesi, tuttavia, non ritenuta corretta dalla Procura che a sua volta ha nominato un consulente: l'omicida, in quel momento sarebbe stato lucido.
Il giudice, accogliendo la richiesta formulata dal Pm, l'ha condannato a sedici anni di reclusione.
La ragazza, Liliana Mimou, parrucchiera di Nova Milanese, nella primavera dell'anno scorso era stata trovata morta nell'auto del giovane, abbandonata nel parcheggio del cimitero di Cusano.
Al termine del lavoro di indagini la Procura non ha avuto dubbi. L'autore del gesto estremo sarebbe Perseo che, in preda allo sconforto per la fine ormai imminente della relazione, sarebbe riuscito a ottenere un ultimo appuntamento con la ragazza per un chiarimento finale.
Da quell'incontro la parrucchiera, però, non ha più fatto ritorno a casa. L'hanno trovata priva di vita, strangolata. Lui era stato rintracciato più tardi dai Carabinieri, visibilmente in stato di choc.
In aula la difesa ha presentato una perizia psichiatrica per sostenere che il giovane in quel momento non era in grado di intendere di volere. Tesi, tuttavia, non ritenuta corretta dalla Procura che a sua volta ha nominato un consulente: l'omicida, in quel momento sarebbe stato lucido.
Il giudice, accogliendo la richiesta formulata dal Pm, l'ha condannato a sedici anni di reclusione.
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