E' il Carnevale ambrosiano, il giorno della festa, delle maschere, del divertimento. Anche degli scherzi. Ma, da un punto di vista gastronomico, domani soprattutto sarà il giorno delle chiacchiere e delle frittelle. Ne siamo ghiotti, confessiamolo pure. Tanto che ne mangiamo di ogni tipo, non limitandoci più a quelle classiche ma fagocitando anche quelle più caratteristiche di altre regioni dove, naturalmente, assumono sapori e anche nomi diversi. In ogni caso, per gustarle al meglio, un buon vino non guasta e, anzi, contribuisce a esaltarne il gusto. La scelta? limitata, almeno nel genere. Il più adatto, a detta di molti, come tipologia è il vino passito. Il motivo è molto semplice. Innanzitutto la dolcezza e la morbidezza del vino ben si adattano a questi dolci carnevaleschi. Poi l'alcolicità per contrastare il fritto (sia nel caso di chiacchiere che, soprattutto, di frittelle). La persistenza di un passito, infine, va di pari passo con quella dei dolci, anche con frittelle ripiene di frutta o di creme. Detto questo, quale vino? Chiedendolo a sommelier provenienti da ogni parte d'Italia avreste solo risposte diverse. Per un veneto è d'obbligo il Recioto di Soave. In Friuli non rinunciano al Picolit. In Toscana il Vin Santo: che dalla tradizione dei cantuccini adattano bene anche al Carnevale. Nel centro Italia si utilizza anche l'Albana di Romagna passito. In Umbria hanno il Sagrantino di Montefalco passito mentre in Sicilia più che un Passito di Pantelleria si spostano sul vino liquoroso: il Marsala. A voi la scelta, secondo il vostro gusto e in base alla curiosità di voler provare nuovi abbinamenti e scoprire nuovi vini.