Piadina: undici anni per diventare Igp

Dopo un’attesa durata ben undici anni, ora la piadina romagnola ha ottenuto la Igp: ovvero la tutela dell’Indicazione geografica protetta, il marchio agroalimentare utilizzato per certificare che un prodotto ha origine, nonché è stato prodotto e trasformato o elaborato, in una zona geografica ben definita. La notizia potrà anche far sorridere, ma per i produttori è un riconoscimento importante visto, come spesso accade, i tentativi di imitazione. Si tratta del resto di un prodotto italiano or...

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Dopo un’attesa durata ben undici anni, ora la piadina romagnola ha ottenuto la Igp: ovvero la tutela dell’Indicazione geografica protetta, il marchio agroalimentare utilizzato per certificare che un prodotto ha origine, nonché è stato prodotto e trasformato o elaborato, in una zona geografica ben definita. La notizia potrà anche far sorridere, ma per i produttori è un riconoscimento importante visto, come spesso accade, i tentativi di imitazione. Si tratta del resto di un prodotto italiano ormai noto in tutto il mondo. Per il momento il riconoscimento è solo nazionale: si tratta della pubblicazione del decreto, sulla Gazzetta Ufficiale. Questo prevede due tipi di piadina: quella romagnola dello spessore di 4 millimetri e con un diametro compreso tra i 15 e i 25 centrimetri; e poi quella riminese che ha uno spessore inferiore (3 millimetri) e un diametro maggiore (tra i 23 e i 30 centimetri). Ingredienti base: farina di grano tenero, sale, grassi (olio oppure strutto), acqua. Ora si attende anche il riconoscimento europeo. La pratica è già stata inoltrata e, se entro giugno non si opporrà nessuno, l’Igp sarà ufficiale a tutti gli effetti.
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