La risposta della Bcc alla riforma del credito: solidità, tradizione, innovazione

BARLASSINA - Cambierà la forma, non il risultato per i cittadini e per le imprese: la riforma del credito cooperativo decisa dal Governo Renzi non indebolirà la Bcc né la costringerà a rinnegare i suoi princìpi. E' il messaggio, forte e chiaro, del convegno che si svolgerà domani nell'auditorium di via Colombo.

Un cambiamento di fondo, tutt'altro che trascurabile, ma soprattutto tre certezze: la Banca di Credito Cooperativo di Barlassina dà la sua ferma risposta alla riforma del credito decisa dal Governo Renzi. Quella riforma che, anziché premiare le Bcc, ovvero quelle banche più virtuose e più vicine alla gente, di fatto le maltratta e le costringe a riorganizzarsi.

La Bcc di Barlassina offre tre certezze ai cittadini e alle imprese: solidità, tradizione e innovazione. Si basa su questi tre pilastri il convegno organizzato per domani, giovedì 21 con inizio alle 17.30, nell'auditorium "G. Sanvito" della sede centrale (via Colombo). Il tema: "La banca che siamo, la banca che saremo".

L'introduzione spetterà all'avvocato Roberto Belloni, presidente della Bcc, che interverrà su "La riforma del credito cooperativo: implicazioni e prospettive". Il direttore generale Giorgio Porro parlerà di "Solidi nei fatti: i giorni del 'Bail-in'". A Massimo Giardina, docente di Finanza aziendale all'Università Cattolica di Milano, il compito di delineare "L'evoluzione dell'attività bancaria: l'intermediazione nell'epoca contemporanea". Infina Luca Grando, responsabile commerciale di Bcc Retail Spa, spiegherà "Il supporto del gruppo bancario Iccrea: le soluzioni di prodotto e servizio ai bisogni della clientela".

Un convegno molto importante in cui la Bcc avrà modo di dimostrare, alla luce della sua solidità e della capacità di guardare lontano, come si adeguerà alla riforma pur mantenendo inalterati i suoi principi ispiratori e la sua vicinanza al territorio.

Questa, nei giorni scorsi, è stata messa in risalto anche dall'onorevole monzese Andrea Mandelli che, intervenendo al Senato, ha evidenziato come le Bcc siano state capaci, nonostante la crisi, di aumentare i crediti erogati alla clientela, mentre i grandi gruppi "chiudevano i rubinetti". "La gran parte dei crediti delle banche di credito cooperativo - spiega il senatore Mandelli - sono stati deliberati a favore di piccolissime, piccole e medie imprese. Se non vi fosse stata questa grande massa di crediti, molte imprese sarebbero andate in crisi determinando quindi certamente un aumento del numero di persone senza posto di lavoro".

E a chi ribatte che la riforma del credito cooperativo serve per far sì che le Bcc possano offrire la garanzia di un patrimonio solido, lo stesso senatore fa presente un dato significativo: "L'indice con cui si misura la patrimonializzazione, il Cet 1, per le banche di credito cooperativo nel 2014 è stato pari al 16,1 per cento contro il 12,3 per cento delle banche italiane e l'11,4 per cento medio delle banche europee". Quello della Bcc di Barlassina, nel 2015, è stato addirittura del 22,81 per cento.

Ora arriva la riforma del credito cooperativo, da più parti definito come "intervento a gamba tesa sulle Bcc". Qui, però, sono già corsi ai ripari: così come i nostri padri avevano visto lontano fondando quella che ai tempi era la Cassa Rurale e Artigiana, così il management di oggi sta facendo anche oggi: per difendere quanto è stato fatto finora, tutelare il territorio, garantire quel sostegno e quelle prospettive future che i grandi gruppi bancari, per le piccole e medie imprese, forse non hanno neanche mai preso in considerazione.