Monti: "Ogni sindaco può aiutare i cittadini a non pagare il canone Rai in bolletta"

LAZZATE - Parte dal piccolo borgo delle Groane la battaglia contro il canone Rai in bolletta. L'assessore Andrea Monti (che è anche consigliere provinciale) spiega quali sono gli strumenti per impedire che venga preteso il pagamento da parte dei cittadini.

"Ogni sindaco può aiutare i cittadini a non pagare il canone Rai. Odioso non tanto per i 113,50 euro rapinati, ma perché lo Stato ci obbliga a finanziare un’azienda televisiva che fa acqua da tutte le parti, che ha a libro paga più dipendenti di tutte le altre tivù generaliste messe insieme, che non fa uno straccio di servizio pubblico e che offre un prodotto spesso più scadente della concorrenza". Lo rivela Andrea Monti, assessore a Lazzate e consigliere provinciale della Lega Nord.

Il motivo è semplice. Lo Stato, per pretendere il pagamento del canone ed evitare l'evasione da parte dei cittadini, si è rivolto all'Agenzia delle Entrate. "Questa - spiega Monti - attraverso il Sat (Sportello Abbonamenti TV), ha iniziato a comportarsi come uno stalker contattando tutti i sindaci della penisola per avere i dati anagrafici di tutti i cittadini maggiorenni".

Lo scopo è quello di doverli confrontare con gli elenchi già in possesso ed evitare la doppia imposizione del canone nei confronti dei cittadini che fanno parte di nuclei familiari già abbonati. Naturalmente l'amministrazione comunale di Lazzate, che già non condivide l'obbligo di pagare il canone Rai, ha contattato Co.Nord, la Confederazione dei Comuni e delle Province del Nord per avere un supporto legale.

E ha ottenuto due risposte che la soddisfano pienamente. La prima è che il Consiglio di Stato, il 14 aprile, ha sollevato perplessità sul decreto attuativo della riforma,  rilevando che non viene definito cos'è un "apparecchio tivù". Sembra una sciocchezza, ma in realtà serve per stabilire se il canone può essere richiesto anche ai possessori di smartphone o tablet, apparecchi in grado di ricevere il segnale televisivo.

Ma, soprattutto, il Consiglio di Stato ha evidenziato che, nello scambio di dati tra i vari enti coinvolti, non c'è alcuna disposizione regolamentare che assicuri il rispetto della normativa sulla privacy.

"Ogni sindaco - conclude Monti - ha il diritto, io credo perfino il dovere, di rispedire pertanto al mittente le richieste del Sat. È importante che ogni sindaco compia questa piccola battaglia, non tanto per difendere genericamente gli evasori, piuttosto per mettere in difficoltà l’attuazione del canone Rai in bolletta per tutti, anche per chi lo ha sempre pagato, così da spingere l’esecutivo verso la migliore delle soluzioni: abolirlo una volta per tutte".