Diritto di superficie trasformato in diritto di proprietà: il Comune ci riprova
LISSONE - Potrà arrivare finalmente a conclusione l'iter per i 308 proprietari di appartamenti costruiti da cooperative negli anni Ottanta: il Comune ha ottenuto finalmente il via libera per la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà
Riattivati i procedimenti di trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà e di eliminazione dei vincoli del diritto di proprietà, sospesi precauzionalmente dalla Giunta comunale nel mese di luglio, dopo un pronunciamento della Corte dei Conti che aveva indotto a riconsiderare la cifra già pattuita per il riscatto.
La conclusione arriva al termine di una intricata vicenda burocratica che inizia nel 2015, quando la Giunta decide di proporre la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà a 308 proprietari di appartamenti costruiti da cooperative negli anni Ottanta.
In questo modo si sarebbe permesso a numerose famiglie di avere la piena proprietà dell’alloggio in Edilizia residenziale pubblica in cui spesso abitano da molti anni, e nello stesso tempo il Comune avrebbe incassato circa un milione di euro da investire in varie opere pubbliche.
Per stabilire un prezzo equo rispetto ai prezzi di mercato, il corrispettivo da richiedere agli assegnatari viene fissato da un esperto del settore anche secondo quanto previsto dalla legge che, partendo dal valore venale delle aree, prescrive una richiesta del 30% del valore di mercato. Nel luglio 2015 l’amministrazione comunale organizza 5 incontri pubblici, nei quali consegna ai soggetti interessati la proposta, che riscuote notevole consenso.
Cominciano dunque le procedure per i rogiti notarili, ma a febbraio una sentenza della Corte dei Conti introduce altri criteri di calcolo dei corrispettivi e dunque modifica i patti stabiliti dal Comune con gli acquirenti: coloro che infatti si trovano ancora in una fase intermedia, hanno versato la caparra ma non hanno ancora perfezionato l'acquisto, si troverebbero a dover pagare costi più alti del pattuito. A questo punto per correttezza l'amministrazione sospende il procedimento, in attesa di un pronunciamento che chiarisca il corretto modo di agire.
Proprio nei giorni scorsi il Comune di Milano, che si trovava in una situazione del tutto analoga a quella del Comune di Lissone, ha ricevuto da parte della Corte dei Conti sezione Lombardia un parere in merito e ha ufficialmente sbloccato i procedimenti in corso considerando valide ed efficaci tutte le offerte presentate ai proprietari prima della data del 16 febbraio 2016.
Una decisione molto attesa anche dall’amministrazione comunale di Lissone, che di conseguenza ha subito provveduto a riavviare i procedimenti a suo tempo sospesi e che dunque arriveranno felicemente al rogito senza aggravio di spesa per gli acquirenti.
“Esprimo la soddisfazione perché abbiamo mantenuto fede alle informazioni date nelle riunioni dedicate ai cittadini – sottolinea Marino Nava, assessore alla Città vivibile -. Dopo una breve sospensione cautelativa dell'ente, oggi possono riprendere i rogiti. Questa vicenda attesta la correttezza del lavoro svolto dagli uffici, in particolare dall'Ufficio Patrimonio di cui ho la responsabilità politica, e testimonia come l'amministrazione abbia seguito un corretto iter in tutte le fasi del complesso procedimento. Non ci saranno differenze tra cittadini che avevano già stipulano il rogito e quelli che, senza loro colpa, erano ancora in attesa di firmarlo. Siamo dunque davvero soddisfatti".
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