Anna, la "gattara 2.0" che sfama una quindicina di mici nel Parco di Monza
MONZA - Ogni giorno va al lavoro, si fa carico della sua famiglia, ma al mattino e alla sera riesce anche a ritagliarsi un momento per sfamare i gatti di due colonie feline. Donna organizzatissima Anna Fossati, e con un grande amore per gli animali
Altro che la signora dai capelli grigi e arruffati, abbigliamento poco curato e carica di borse di plastica riempite di croccantini e umido. Oggi c’è la “gattara 2.0”: dinamica, sorridente, per nulla trasandata, automunita, supertecnologica, con il bagagliaio sempre attrezzato con cibo, acqua, trasportino, piatti e forchette di plastica, carta assorbente per pulire e sistemare la colonia felina che segue.
Una figura tra mito e realtà quella delle gattare che diventano mamme e custodi dei gatti delle colonie feline. Un rapporto talmente profondo che la cura dei mici diventa il primo e l’ultimo pensiero della loro giornata.
Noi ne abbiamo incontrata una: è Anna Fossati, mamma e moglie lavoratrice ma soprattutto gattara delle colonie del Parco di Monza, due delle 145 censite dal Comune in giro per tutta la città, con una media di circa cinque gatti per colonia. Ci accompagna alla scoperta di questo mondo affascinante, avvertendoci fin da subito che difficilmente vedremo i gatti. Si sa, sono animali riservati, abitudinari e lei ha orari ben precisi per portare cibo e sistemare la loro casetta.
“È un impegno quotidiano, feste e vacanze comprese – ci spiega, anche se dal suo volto e dalla passione con cui ci parla di questi “figli” pelosi si comprende subito che per Anna questo è solo un piacere – Tutto è iniziato per caso, quando vidi al Parco sbucare un gattino da una siepe e poi subito dopo la mamma”. Circa una ventina i mici delle colonie feline del Parco che quotidianamente Anna alimenta e segue, oltre ad un’altra quindicina in un’altra colonia in città.
“I gatti della mia colonia sono abituati a mangiare al tramonto – racconta - La sera porto l’umido e riempio la ciotola di acqua e poi la mattina prima di andare al lavoro passo e pulisco tutto, soprattutto d’estate quando con il caldo c’è il rischio che il cibo si deteriori. Il decoro e la pulizia sono fondamentali”.
E le casette delle colonie feline di Anna sembrano davvero delle minivillette, progettate per evitare che si intrufolino animali e uccelli a rubare il cibo. Pulite, ordinate, con la ciotola di plastica colma di croccatini posta in un angolo così da garantire passaggio e agilità ai mici che dal basso saltano nella loro dimora proteggendosi dalle intemperie.
Gatti più o meno rinselvatichiti quelli che popolano le colonie feline e che, è bene ricordarlo, sono riconosciuti e tutelati dalla legge e non possono essere prelevati né tanto meno possono essere spostate le colonie. Un patrimonio per la nostra collettività, un impegno e una missione d’amore per le tante gattare che li accudiscono e li seguono. “Ciascuna di noi è responsabile del benessere dei gatti della colonia – spiega – Bisogna immediatamente allertare le autorità competenti se il gatto si ammala o se ha qualche problema. Dobbiamo sterilizzarli. Quando ci assentiamo, magari per le vacanze, dobbiamo comunque garantire il servizio organizzandoci con altri volontari naturalmente addestrati a questo impegno”.
Ma è anche un immenso gesto d’amore. Anna conosce e riconosce tutti i suoi mici. “Ciascuno ha il suo carattere e il suo nome – continua – Potrà sembrare strano ma noi gattare, anche se abbiamo tanti gatti, li distinguiamo tutti. Ciascuno ha il suo carattere: chi è più coccolone e si avvicina anche per farsi accarezzare, chi invece aspetta la mia partenza per mangiare, chi sta in un angolo chi viene apposta per fare le fusa. E io con loro parlo”.
Un impegno non indifferente anche dal punto di vista economico con una spesa di almeno un centinaio di euro al mese. E a tale proposito Anna lancia una proposta a chi dal 12 (o dal 26) giugno siederà sulla poltrona di primo cittadino: aiutare le gattare che vivono con una pensione minima.
“Ci sono gattare che vivono con una pensione di poche centinaia di euro al mese – continua – Piuttosto rinunciano a mangiare, ma garantiscono sempre pasto e assistenza ai loro gatti. Diventano come figli, parte importante della nostra vita e della nostra famiglia. Per le gattare anziane un impegno che li fa sentire vive e importante. Ancora utili alla società. Sarebbe davvero bello e utile che per queste gattare che vivono in condizioni disagiate, ma svolgono un importante compito ci fosse un contributo da parte del Comune”.
E un appello poi ai proprietari dei gatti che spesso, soprattutto durante il periodo del calore, scappano con il rischio poi di ritrovarsi cucciolate abbandonate: “Se avete un gatto e lo tenete in giardino mettete l’area verde in sicurezza in modo che non scappi”.
Barbara Apicella
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