"Mi hanno rubato un Renoir e un Rembrandt, valgono 27 milioni di euro"
MONZA - Un mercante d'arte si è presentato dai Carabinieri per denunciare di avere subito una truffa: due uomini, con un piano bene architettato, fingendosi clienti sono riusciti a portargli via un Renoir e un Rembrandt per un valore complessivo di 27 milioni di euro
Due ricchi ebrei ortodossi appassionati di arte. Ma, soprattutto, due truffatori di alto livello. Così un mercante d'arte ha descritto ai Carabinieri di Monza due persone che ha raccontato di avere incontrato nei giorni scorsi in città e che, all'improvviso, sarebbero sparite con due quadri preziosi: un Renoir e un Rembrandt per un valore complessivo stimato di 27 milioni di euro.
C'è ancora qualche punto oscuro nella vicenda, ma il mercante ha fornito una versione molto dettagliata ai militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale.
Dopo il primo interesse, per farla breve, una volta confermata l'intenzione di acquistare le due tele, i due presunti ebrei hanno fissato l'appuntamento nella sede del Consolato onorario dell'Albania a Monza, in via Quintino Sella, facendo anche credere di avere amicizie di non poco conto. In realtà il Consolato occupa solo il piano superiore dell'immobile, mentre gli spazi del piano terra sono liberamente affittabili.
Così i due hanno potuto ricevere il mercante d'arte, dare un'occhiata ai documenti che attestano la veridicità di quelle tele, esaminare con scrupolo i contratti. Tutta una bella messinscena da parte dei due che, una volta sbrigato questo iter burocratico, hanno invitato il venditore nella saletta del caffè.
Lui, ormai senza sospettare nulla, si è accomodato. Loro, con una banale scusa, si sono assentati un attimo. Quando l'attesa si è fatta troppo lunga, il mercante ha temuto il peggio. E il suo sospetto ha trovato conferma: i due erano spariti portandosi via i due quadri preziosi.
C'è ancora qualche punto oscuro nella vicenda, ma il mercante ha fornito una versione molto dettagliata ai militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale.
Dopo il primo interesse, per farla breve, una volta confermata l'intenzione di acquistare le due tele, i due presunti ebrei hanno fissato l'appuntamento nella sede del Consolato onorario dell'Albania a Monza, in via Quintino Sella, facendo anche credere di avere amicizie di non poco conto. In realtà il Consolato occupa solo il piano superiore dell'immobile, mentre gli spazi del piano terra sono liberamente affittabili.
Così i due hanno potuto ricevere il mercante d'arte, dare un'occhiata ai documenti che attestano la veridicità di quelle tele, esaminare con scrupolo i contratti. Tutta una bella messinscena da parte dei due che, una volta sbrigato questo iter burocratico, hanno invitato il venditore nella saletta del caffè.
Lui, ormai senza sospettare nulla, si è accomodato. Loro, con una banale scusa, si sono assentati un attimo. Quando l'attesa si è fatta troppo lunga, il mercante ha temuto il peggio. E il suo sospetto ha trovato conferma: i due erano spariti portandosi via i due quadri preziosi.
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