Nel carcere di Monza i detenuti contadini: curano l'orto per sfamare le famiglie in difficoltà

MONZA - Le storie che hanno portato alla detenzione nel carcere, loro le ricordano benissimo. Ognuno ha la sua e un conto con la giustizia che sta per essere chiuso. Ma pochi sanno che quei detenuti ogni giorno coltivano l'orto per regalare i prodotti alle famiglie bisognose

I detenuti diventano contadini lavorando il grande orto all’interno del carcere di Sanquirico e donando i frutti della loro fatica al Banco alimentare di Monza.

Un progetto unico, una scommessa nata un anno fa e che oggi è diventata realtà con l’orgoglio e la fiducia verso il futuro stampato sui volti dei detenuti che nei giorni scorsi, nella casa circondariale di Monza, hanno presentato l’iniziativa “Metti un orto in carcere: dalla terra alla tavola”.

Un progetto nato da un’idea della direttrice del carcere Maria Pitaniello e di Anna Martinetti presidente dell’associazione “Una Monza per tutti” da anni impegnata come volontaria all’interno della casa circondariale di Monza. Lì dove oggi c’è una grande serra ampia circa mille metri quadrati fino all’estate scorsa c’era solo un immenso e triste magazzino. A quel punto l’idea di trasformarlo in orto e di impegnare alcuni detenuti nella sua cura.

“Grazie ai fondi dell’Amministrazione penitenziaria siamo riusciti a recuperare quello spazio – ha spiegato la direttrice – Grazie ad Anna Martinetti che ha avuto l’intuizione, la volontà e la passione adesso è stato trasformarlo in un orto”.

Nel frattempo i detenuti sono stati seguiti da un volontario agronomo che li ha formati e spiegato i segreti della terra, le modalità di coltivazione, cura e raccolta. Oggi i sei detenuti protagonisti del progetto lavorano quotidianamente l’orto biologico del carcere. Un orto dove vengono coltivati ortaggi di vario tipo: pomodori, peperoni, melanzane e fagiolini tanto per citarne alcuni. E i detenuti erano felici e orgogliosi di mostrare i frutti della loro fatica. “Grazie per averci permesso di portare avanti un progetto davvero bello – ha commentato un detenuto durante la presentazione– Ci stiamo mettendo del nostro meglio, cerchiamo di tirare fuori il meglio di noi stessi”.

Un progetto di detenzione davvero riabilitativa quella attuata all’interno del carcere di Monza che fornisce ai detenuti le abilità per apprendere un nuovo mestiere e quindi anche la possibilità, una volta che si è finito di scontare la pena, di reinserirsi nella società. Mentre per adesso da dietro i muri di Sanquirico la gioia di sentirsi utili e di tirare fuori, come loro stessi hanno affermato, il meglio. Donandolo al prossimo. Perché forse vi è sfuggito il particolare che oggi i frutti dell’orto del carcere di Monza vengono ritirati dal Banco alimentare andando quindi a finire sulle tavole di coloro che hanno difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena.

Anna Martinetti crede fortemente in questo progetto e vola alto, sperando di farlo decollare soprattutto di mantenersi nel tempo. Sono necessari non solo fondi, ma anche la possibilità di promuoverlo rivolgendosi per esempio ai Gas (Gruppo acquisto solidale) del territorio.

“Aiutateci affinché questo progetto vada avanti – ha spiegato – I ragazzi si sono impegnati moltissimo e con questa opportunità viene loro offerta la possibilità di continuare a fare qualche cosa di buono una volta che torneranno in libertà”.

Per informazioni sul progetto e per garantire continuità ai frutti della terra coltivata dai detenuti del carcere di Sanquirico è possibile inviare un’email a martinettianna@gmail.com.

Barbara Apicella


Vuoi ricevere le notizie nella tua mail? Iscriviti alla newsletter: clicca qui
(in base alle impostazioni del tuo gestore potrebbe finire in caselle diverse dalla "Posta in arrivo")