Piffer non sceglie: libertà di voto ai suoi elettori per il ballottaggio
MONZA - Ha incontrato entrambi i candidati che si sfideranno al ballottaggio, mettendo sul tavolo le sue priorità. Paolo Piffer, dopo aver riportato l'esito degli incontri all'interno della sua lista, ha scelto di lasciare libertà di voto ai suoi elettori
Si è messo a nudo – nel senso metaforico del termine naturalmente – e dopo oltre mezz’ora di ragionamenti e di riflessione ha annunciato: libertà di scelta ai miei elettori. Paolo Piffer della lista “Civicamente Piffer sindaco” ha tenuto sulle spine i suoi elettori - oltre a Dario Allevi e Roberto Scanagatti – per oltre una settimana. Dopo il voto dell’11 giugno incontri e confronti con i due candidati sindaci, poi nel fine settimana “dibattito interno civile ma acceso - ha rivelato - dove ho fatto da mediatore all’interno della lista".
Poi ieri, martedì, alle 12.30 diretta Facebook per annunciare la posizione della lista.
Location il pratone della Villa Reale e il giovane candidato che, dopo aver annunciato di essere scalzo (“meno vestiti si hanno addosso e più si è sinceri”, così ha iniziato il suo intervento) ha iniziato una lunga diretta. Chi pensava che avrebbe annunciato subito la sua posizione è rimasto deluso. Un discorso di circa mezz’ora ripercorrendo i cinque anni in consiglio comunale dove ha raggiunto il record di presenze e di attività, gli incontri con Allevi e Scanagatti e la disponibilità da parte di entrambi a collaborare su alcuni temi molto cari a Piffer, la delusione per quella Monza che a parole vuole cambiare poi però al momento del voto resta ancorata agli storici partiti, quelle insinuazioni di accordi già presi circolate pochi giorni prima dell’11 giugno e poi smentite dall’annuncio di ieri.
Piffer non aveva fatto accordi sottobanco né con Allevi né con Scanagatti. A QuiBrianza.it ad aprile aveva dichiarato che in caso di ballottaggio la scelta di schierarsi da una parte o dall’altra sarebbe stata presa all’interno del gruppo. In base alle decisioni dei 32 candidati. Ma le divergenze e visioni alla fine erano troppo profonde e Piffer ha perciò lasciato libertà di scelta ai candidati e agli elettori.
Pensava di raccogliere più del 4,84 per cento. Pensava di convincere più dei 2.351 elettori. Ma non per questo si arrende: l’avventura politica e consiliare di “Civicamente” prosegue.
“Come squadra abbiamo lavorato splendidamente – ricorda – Ci siamo proposti sei mesi fa, abbiamo compiuto qualche errore, subito la potenza economica dei partiti”.
Partiti ai quali comunque, a pochi giorni dal ballottaggio, avrebbe certamente fatto comodo quel 4,84 per cento di preferenze che però non si sa a chi andranno. Anche in questo casa la carta dell’astensionismo e delle partenza per le vacanze sarà certamente determinante.
“Non avremmo rinunciato in alcun modo alla nostra indipendenza – ha ribadito Piffer – La nostra campagna elettorale mi è molto piaciuta, ora invece sono molto disgustato dall’aggressività di queste ultime settimane. Il 25 giugno lascio libertà assoluta di esprimere la propria preferenza, ma mi raccomando andate a votare – ha precisato – Non andare è pericoloso e anche se riteniamo di essere equidistanti da due realtà politiche che non sono tra loro poi così diverse e che si attaccano facendo riferimento a fatti accaduti trent’anni prima, andate come me al seggio”.
Ma Paolo Piffer per chi voterà?
Barbara Apicella
Barbara Apicella
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