Poeti Fuori Strada: ecco il progetto alla Residenza San Pietro

MONZA - Domani alle 11, nella Residenza San Pietro (viale Cesare Battisti), la presentazione di "Poeti fuori strada": progetto frutto di un laboratorio di poesia realizzato all’interno della Rsa e condotto dalla poetessa monzese Antonetta Carrabs con la Casa della Poesia e ZeroConfini onlus

La poesia diventa un mezzo per comunicare, raccontare, farsi ascoltare. Senza limiti d’età, di formazione scolastica e di titoli di studio. Perché la lirica diventa una lingua universale e un mezzo anche per superare difficoltà emotive e comunicative.

Questa la filosofia alla base di “Poeti Fuori Strada” progetto frutto di un laboratorio di poesia realizzato all’interno della Residenza San Pietro (viale Cesare Battisti) e condotto dalla poetessa monzese Antonetta Carrabs, con le colleghe Iride Enza Funari e Paola Perfetti, i poeti facilitatori con l’aiuto di ZeroConfini Onlus e della Casa della Poesia di Monza. 

Il progetto verrà presentato domani, giovedì 26 maggio, alle 11 nella Rsa con la fotografia a cura di Francesca Ripamonti e la presentazione di “Memory” un gioco didattico realizzato con le poesie composte durante il laboratorio. Un progetto che ha visto il coinvolgimento di alcuni anziani ospiti della struttura, che sotto la guida degli esperti, sono riusciti a far emergere il poeta presente in ciascuno di loro, facendo scoprire anche a coloro che ormai hanno i capelli bianchi quella vena lirica che, magari, per un’intera vita non sapevano di possedere.

Un progetto, quello dei “Poeti Fuori Strada” che nasce dall’esperienza personale del professor Giuseppe Masera, medico in pensione, storico oncoematologo della Pediatra dell’ospedale San Gerardo che ha portato in corsia quel progetto già avviato con successo in Nicaragua da Ernesto Cardenal, ministro della Cultura del Governo sandinista nel Paese Sudamericano che al termine della guerra civile aveva attivato corsi di poesia  per far emergere quelle emozioni e quei sentimenti spesso repressi da bambini, uomini, donne e anziani che avevano vissuto il dramma della guerra.

"In situazioni difficili la persona, anche se assistita da familiari ed amici, può sentirsi sola per la difficoltà a comunicare i propri sentimenti: speranza, tristezza, sofferenza, gratitudine – spiega il professor Masera - Inoltre la solitudine è resa ancora più dolorosa dalla difficoltà di incontrare qualcuno che voglia-sappia ascoltare. La poesia, come anche la narrazione, può consentire di fare emergere quanto resta per lo più inespresso potendo così superare il muro della afasia e della incomunicabilità".