Ricchiuti: "No alla fusione della Camera di Commercio di Monza con quella di Milano"
MONZA - L'Assemblea dei sindaci di Monza e Brianza trova un'alleata preziosa: anche la senatrice Lucrezia Ricchiuti (Pd) dice no alla fusione della nostra Camera di Commercio con quella di Milano, ritenendo che stia ancora funzionando benissimo e abbia tutti i requisiti per rimanere autonoma
"Le motivazioni per la fusione con Milano mi sembrano debolissime e francamente insignificanti". Dopo il no dell'Assemblea dei sindaci, pronunciato in modo unanime nel pomeriggio di venerdì, durante il weekend anche la senatrice Lucrezia Ricchiuti (Partito Democratico) ha espresso la sua contrarietà nei confronti della fusione della Camera di Commercio di Monza e Brianza con quella di Milano.
La senatrice brianzola lo dice senza mezzi termini ("Disapprovo totalmente la scelta"), dopo aver seguito a lungo le vicende legate alla Camera di Commercio di Monza. Un interessamento che l'aveva portata, insieme ad alcuni consiglieri provinciali, a incontrare sia il presidente Carlo Edoardo Valli sia il direttore generale Renato Mattioni.
"Oggi - afferma Ricchiuti - il consiglio della Camera monzese dovrà quindi esprimersi sulla fusione, mentre Milano ha già dato l’ok. A Valli sono sufficienti 22 voti (su un totale di 33) per decretare il matrimonio con la metropoli. Ma non tutti sono favorevoli alle nozze: i sindaci della provincia hanno detto “no” all’unanimità votando un documento che chiede ai consiglieri monzesi di congelare la decisione, preso atto che avendo Monza numeri sufficienti per stare da sola non c’è nessun obbligo di prendere decisioni che suonano quantomeno affrettate. Inoltre, alcuni componenti della giunta e del consiglio della Camera di Commercio hanno congiuntamente firmato un documento dove esprimono preoccupazione per una scelta che ritengono non sostenuta da ragioni di utilità. A frenare soprattutto i rappresentanti dei sindacati e dei consumatori".
Per la senatrice la considerazione da fare oggi è una sola: "La Camera di Commercio di Monza avrebbe tutti i requisiti necessari per rimanere autonoma e non si capisce la necessità di una fusione con Milano. L’ente brianzolo funziona benissimo: nonostante i tagli dei contributi non ha debiti; è una delle poche Camere di commercio che ancora elargisce contributi e sostegno alle imprese e offre servizi di eccellenza come, per esempio, lo sportello Suap".
La senatrice brianzola lo dice senza mezzi termini ("Disapprovo totalmente la scelta"), dopo aver seguito a lungo le vicende legate alla Camera di Commercio di Monza. Un interessamento che l'aveva portata, insieme ad alcuni consiglieri provinciali, a incontrare sia il presidente Carlo Edoardo Valli sia il direttore generale Renato Mattioni.
"Oggi - afferma Ricchiuti - il consiglio della Camera monzese dovrà quindi esprimersi sulla fusione, mentre Milano ha già dato l’ok. A Valli sono sufficienti 22 voti (su un totale di 33) per decretare il matrimonio con la metropoli. Ma non tutti sono favorevoli alle nozze: i sindaci della provincia hanno detto “no” all’unanimità votando un documento che chiede ai consiglieri monzesi di congelare la decisione, preso atto che avendo Monza numeri sufficienti per stare da sola non c’è nessun obbligo di prendere decisioni che suonano quantomeno affrettate. Inoltre, alcuni componenti della giunta e del consiglio della Camera di Commercio hanno congiuntamente firmato un documento dove esprimono preoccupazione per una scelta che ritengono non sostenuta da ragioni di utilità. A frenare soprattutto i rappresentanti dei sindacati e dei consumatori".
Per la senatrice la considerazione da fare oggi è una sola: "La Camera di Commercio di Monza avrebbe tutti i requisiti necessari per rimanere autonoma e non si capisce la necessità di una fusione con Milano. L’ente brianzolo funziona benissimo: nonostante i tagli dei contributi non ha debiti; è una delle poche Camere di commercio che ancora elargisce contributi e sostegno alle imprese e offre servizi di eccellenza come, per esempio, lo sportello Suap".
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