Se rinasco rifaccio l’imprenditore in Lombardia. Parola di industriali vicini alla pensione
MONZA - Gli imprenditori che stanno per andare in pensione ne sono certi: in caso di seconda vita, sarebbero pronti a rituffarsi nel lavoro esattamente come hanno fatto finora. Pochi quelli che andrebbero alla ricerca del posto fisso, solo una parte tenterebbe la carta dell'estero
Se rinasco faccio ancora l’imprenditore in Lombardia. Malgrado la crisi, malgrado l’altissima tassazione italiana, malgrado la concorrenza spietata in certi settori dei stranieri con prezzi che un imprenditore italiano non potrebbe sostenere.
Malgrado questo quadro poco confortante gli imprenditori che stanno per andare in pensione sarebbero pronti a ricominciare la loro avventura professionale in Lombardia.
Questo quanto emerge dalla indagine “Economia e imprese: quale futuro?” realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza che ha coinvolto circa 300 imprese lombarde.
I numeri parlano chiaro: il 43,8 per cento degli intervistati, potendo ricominciare, si rimetterebbe in proprio, il 35 per cento andrebbe all’estero, e solo il 14,7 per cento inseguirebbe il sogno italiano del tanto agognato posto fisso.
Ma intanto la domanda che spesso assale i lavoratori quando il “vecchio” capo sta per andare in pensione è "Che cosa sarà del futuro dell’azienda?". Molti imprenditori non hanno ancora fatto la scelta così che accanto al 30,3 per cento che decide di passare il testimone ai figli, c’è anche un 30,9 per cento che l’azienda vuole venderla. Solo il 15,3 per cento degli imprenditori preferirebbe che l’attività chiudesse senza la loro guida.
I dati sull’andamento delle imprese interpellate nell’indagine appaiono comunque confortanti. Guardando i risultati dei primi mesi del 2016 il 47,8 per cento degli imprenditori ammette che l’azienda riuscirà a resistere malgrado il prolungarsi della crisi, mentre un’azienda su 4 prevede persino un miglioramento. Temono di chiudere il 15,9 per cento delle imprese.