Truffa da un milione ai danni di un paraplegico: "Con noi camminerai di nuovo"
MONZA - Un uomo residente in città è stato colpito da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Giudice per le indagini preliminari di Milano. Insieme a due complici ha truffato un paraplegico promettendogli, in cambio del versamento di un milione di euro, un intervento miracoloso che gli avrebbe restituito l'uso delle gambe.
Pur di tornare a camminare un paraplegico darebbe tutto cio che ha: facendo leva su questa certezza tre truffatori sono riusciti a farsi consegnare un milione di euro promettendo un intervento miracoloso. Ma l'unica magia è stata la sparizione dei tre con tutto il bottino. Ieri, però, sono finiti in carcere su disposizione del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare.
I tre, uno di Monza, uno di Valsolda (Co) e l'altro di Robbio Lomellina (Pv), spacciandosi per amministratori di una fantomatica società "Kafka", avevano promesso nell'estate 2014 a un giovane che grazie a una miracolosa operazione, da effettuarsi in una clinica svizzera, sarebbe tornato a camminare.
Niente di più bello per il giovane imprenditore che, a soli 23 anni, a causa di un incidente era diventato paraplegico. E avrebbe davvero fatto di tutto pur di recuperare l'uso delle gambe e godersi la sua gioventù e la sua esuberanza fisica.
I tre, naturalmente, dopo avere intascato i soldi, frutto del risarcimento ottenuto dal ragazzo dopo l'incidente, sono spariti. Alla vittima non è rimasto altro da fare se non la denuncia alle forze dell'ordine.
I Carabinieri, nel corso delle indagini, hanno scoperto che i tre nel frattempo avevano truffato anche un'altra persona impegnata nel campo delle tecnologie ambientali, riuscendo a scucirgli 400 mila euro. Su un conto svizzero intestato ai tre sono stati recuperati complessivamente 960 mila euro.
I tre, uno di Monza, uno di Valsolda (Co) e l'altro di Robbio Lomellina (Pv), spacciandosi per amministratori di una fantomatica società "Kafka", avevano promesso nell'estate 2014 a un giovane che grazie a una miracolosa operazione, da effettuarsi in una clinica svizzera, sarebbe tornato a camminare.
Niente di più bello per il giovane imprenditore che, a soli 23 anni, a causa di un incidente era diventato paraplegico. E avrebbe davvero fatto di tutto pur di recuperare l'uso delle gambe e godersi la sua gioventù e la sua esuberanza fisica.
I tre, naturalmente, dopo avere intascato i soldi, frutto del risarcimento ottenuto dal ragazzo dopo l'incidente, sono spariti. Alla vittima non è rimasto altro da fare se non la denuncia alle forze dell'ordine.
I Carabinieri, nel corso delle indagini, hanno scoperto che i tre nel frattempo avevano truffato anche un'altra persona impegnata nel campo delle tecnologie ambientali, riuscendo a scucirgli 400 mila euro. Su un conto svizzero intestato ai tre sono stati recuperati complessivamente 960 mila euro.
daniela freguia :
“Provate a mettervi nei miei panni” è la frase che si pronuncia spesso, per far capire agli altri i nostri problemi e i nostri dolori. Ma i panni, ognuno indossa i propri e quelli degli altri sono sempre o troppo stretti o troppo larghi. Quelli di un ragazzo di 23 anni, poi, che dal detto al fatto s’è ritrovato senza l’uso delle gambe, mamma santa, come pretendere di poterli indossare? Troppo stretti… troppo dolorosi. E anche le parole, come trovare quelle giuste per incoraggiarlo a guardare avanti, senza perdere la speranza nella medicina e nella fisioterapia? Domani vedrai… domani vedrai… Quante volte se lo sarà sentito dire? Il domani è arrivato, facendo intravvedere la luce in fondo al tunnel: qualcuno dall’anima nera, più nera della pece, ha promesso quel miracolo che i medici seri fino ad allora non avevano potuto. Così il ragazzo s’è ritrovato disilluso e anche senza risparmi. Ma come si fa… Ma come si può, giocare così sulla disavventura, sul dolore giovane… Ora, grazie ai Carabinieri , i truffatori sono in carcere e giustizia verrà fatta, si spera. In questi giorni alla tele, si è tanto parlato del braccialetto elettronico, che permetterebbe alla persona in attesa di giudizio di passare dal carcere agli arresti domiciliari. Le palle elettroniche, non esistono? Con quelle ai piedi i tre truffatori potrebbero, almeno parzialmente, mettersi nei panni del ragazzo raggirato. Daniela Freguia | sabato 19 dicembre 2015 12:00 Rispondi