Il sindaco si ribella: "In paese non stiamo ospitando terroristi"

RENATE - Una settimana fa si era parlato del paese in un servizio mandato in onda dall'emittente televisiva "La 7" nel corso della trasmissione "La Gabbia". Sostenendo che è una realtà monitorata dalle forze dell'ordine per la possibile presenza di cellule estremiste islamiche. Il sindaco, dopo aver parlato con Prefetto e forze dell'ordine, rassicura i cittadini.

Prima lo stupore, poi forse il timore e infine la reazione: il sindaco Matteo Rigamonti non accetta che il nome di Renate venga accostato al terrorismo islamico. E' da qualche giorno che, in realtà, accade: ovvero da mercoledì scorso quando la popolare trasmissione televisiva "La Gabbia" dell'emittente "La 7", ha inserito la piccola cittadina dell'ambito di un servizio sulle cellule islamiche.

Una volta appreso quanto era stato diffuso, il sindaco nella mattinata successiva ha interpellato le forze dell'ordine e il Prefetto Giovanna Vilasi per avere aggiornamenti relativi a possibili indagini in atto sul rischio attentati e su eventuale coinvolgimento della locale associazione di promozione sociale “La pace” con sede in via Roma, 16. Poi ha diffuso un comunicato:

“Il riscontro è stato unanime e negativo – riferisce il primo cittadino – Il Prefetto conferma che al momento non ci sono in atto indagini e il livello di allarme delle Forze dell’ordine locali e nazionali nei confronti dell’associazione locale non è affatto aumentato, ma è rimasto immutato ai livelli degli ultimi tre anni”.

“La nostra amministrazione nel maggio di quest’anno ha ordinato il divieto, per motivi di carattere puramente urbanistici e di sicurezza pubblica, di utilizzare per finalità di culto e socioculturali l’immobile in via Roma 16, destinato a deposito e rustico. Il Tar, in seguito al ricorso presentato dall’associazione, si è espresso in via d’urgenza dando ragione all’amministrazione comunale. Segno che il nostro intervento è stato giuridicamente ineccepibile e come l’amministrazione, dopo anni di immobilismo sulla delicata questione, abbia avuto un ruolo deciso e fermo, nonostante Renate abbia dovuto far fronte da sola a un problema che in realtà coinvolge anche i Comuni limitrofi, dai quali provengono molte persone che frequentano l’associazione La pace".