I Carabinieri intercettano 260 chili di stupefacente: quattro persone in manette
BARLASSINA - Un carico di 260 chili di hashish e quattro marocchini in manette, tre insospettabili e un pregiudicato. E' l'esito della brillante operazione dei Carabinieri della Compagnia di Seregno, iniziata il giorno di Pasqua e portata a termine lunedì
Tre insospettabili, un pregiudicato e ben 260 chili di hashish per un valore commerciale di oltre 2 milioni di euro. E' ciò che si sono ritrovati tra le mani i Carabinieri della Compagnia di Seregno nella giornata di Pasqua, al termine di un'attività di indagine che ha il suo punto di riferimento a Barlassina e che, tuttavia, vede pesantemente coinvolta anche la realtà di Cesate. A ulteriore conferma di come l'area delle Groane, una volta conosciuta per il verde e l'ambiente, oggi continui a far parlare di sé per il traffico di sostanze stupefacenti.
I militari il giorno di Pasqua sono andati a bussare alla porta di una coppia di marocchini, entrambi ventiduenni, ufficialmente residenti ad Alessandria ma di fatto domiciliati a Barlassina nella zona del parco militare: Saouab Abderrazak e la sua convivente Lakhir Hajare. La perquisizione domiciliare ha rivelato agli uomini dell'Arma di aver colpito nel segno: nel cassetto del letto erano stipati 2,5 chili di hashish suddiviso in piccoli panetti e banconote di piccolo taglio per un importo complessivo di 7 mila euro. Ufficialmente erano nullafacenti, ma con quel tesoretto nella cassettiera facevano davvero sogni d'oro.
I Carabinieri, però, sapevano che i due non agivano da soli. Via da Barlassina sono andati dal pesce più grosso: Mohmed Ezzairi, un altro marocchino, pregiudicato, trentaseienne residente a Brugherio ma domiciliato a Cesate. In casa non hanno trovato nemmeno un grammo, ma sapevano benissimo di non aver sbagliato obiettivo. Hanno voluto dare un'occhiata al box. C'era un Fiat Fiorino carico di stupefacenti: 255 chili complessivamente, suddivisi tra 3 mila ovuli (in sacchi da 10 chili l'uno) e 2.250 panetti con un peso variabile da 1 a 10 chili.
Tutti rigorosamente marchiati, in modo fantasioso anche con il simbolo di "Louis Vuitton", probabilmente per indicare lo stupefacente di qualità superiore. In più 2 mila euro in contanti.
La caccia degli uomini dell'Arma si è conclusa il mattino successivo, quello di Pasquetta, facendo ritorno a Barlassina. Lì hanno intercettato la Fiat 500 con a bordo il quarto marocchino, Zoahir El Idrissi, ventiduenne che viveva in un appartamento ricavato nella villetta dei due connazionali arrestati il giorno prima, ufficialmente residente ad Andora (Savona). A bordo dell'auto aveva tre chili di hashish.
Quelli erano il tesoretto. Una scorta tenuta da parte per essere venduta e poter sostenere le spese legali degli altri tre consegnati alla giustizia. Non ha fatto a consegnarla ai pusher, è finito in carcere anche lui.
Le indagini, nel frattempo, continuano. I Carabinieri non hanno dubbi sulla destinazione dei 260 chili di stupefacente: dovevano riversarsi sui Comuni di Barlassina, Seveso, Meda, Seregno, Carate Brianza e Giussano. Resta da capire attraverso quale rete e, soprattutto, da chi riuscivano a rifornirsi i grossisti finiti in manette.
Gualfrido Galimberti
I militari il giorno di Pasqua sono andati a bussare alla porta di una coppia di marocchini, entrambi ventiduenni, ufficialmente residenti ad Alessandria ma di fatto domiciliati a Barlassina nella zona del parco militare: Saouab Abderrazak e la sua convivente Lakhir Hajare. La perquisizione domiciliare ha rivelato agli uomini dell'Arma di aver colpito nel segno: nel cassetto del letto erano stipati 2,5 chili di hashish suddiviso in piccoli panetti e banconote di piccolo taglio per un importo complessivo di 7 mila euro. Ufficialmente erano nullafacenti, ma con quel tesoretto nella cassettiera facevano davvero sogni d'oro.
I Carabinieri, però, sapevano che i due non agivano da soli. Via da Barlassina sono andati dal pesce più grosso: Mohmed Ezzairi, un altro marocchino, pregiudicato, trentaseienne residente a Brugherio ma domiciliato a Cesate. In casa non hanno trovato nemmeno un grammo, ma sapevano benissimo di non aver sbagliato obiettivo. Hanno voluto dare un'occhiata al box. C'era un Fiat Fiorino carico di stupefacenti: 255 chili complessivamente, suddivisi tra 3 mila ovuli (in sacchi da 10 chili l'uno) e 2.250 panetti con un peso variabile da 1 a 10 chili.
Tutti rigorosamente marchiati, in modo fantasioso anche con il simbolo di "Louis Vuitton", probabilmente per indicare lo stupefacente di qualità superiore. In più 2 mila euro in contanti.
La caccia degli uomini dell'Arma si è conclusa il mattino successivo, quello di Pasquetta, facendo ritorno a Barlassina. Lì hanno intercettato la Fiat 500 con a bordo il quarto marocchino, Zoahir El Idrissi, ventiduenne che viveva in un appartamento ricavato nella villetta dei due connazionali arrestati il giorno prima, ufficialmente residente ad Andora (Savona). A bordo dell'auto aveva tre chili di hashish.
Quelli erano il tesoretto. Una scorta tenuta da parte per essere venduta e poter sostenere le spese legali degli altri tre consegnati alla giustizia. Non ha fatto a consegnarla ai pusher, è finito in carcere anche lui.
Le indagini, nel frattempo, continuano. I Carabinieri non hanno dubbi sulla destinazione dei 260 chili di stupefacente: dovevano riversarsi sui Comuni di Barlassina, Seveso, Meda, Seregno, Carate Brianza e Giussano. Resta da capire attraverso quale rete e, soprattutto, da chi riuscivano a rifornirsi i grossisti finiti in manette.
Gualfrido Galimberti
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