Educazione alla legalità: il "Majorana" di Desio protagonista al Pirellone

DESIO - C'erano anche gli studenti dell'istituto "Majorana" ieri mattina al Pirellone per parlare di "educazione alla legalità" e per portare la loro esperienza. Si tratta di una iniziativa promossa dalla Regione con la partecipazione di 147 scuole, 20.687 studenti e 171 soggetti sociali, attivi nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata.

Sono 13 i Centri promozione della legalità in Lombardia, uno per provincia e due nell’area metropolitana, riuniti in 23 reti con la partecipazione di 147 scuole, 20.687 studenti e 171 soggetti sociali, attivi nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Complessivamente i 13 progetti hanno interessato 407 scuole, 103.153 studenti, 6.609 docenti. Questi i risultati concreti nati dalla collaborazione tra Regione Lombardia e Ufficio scolastico regionale della Lombardia, in attuazione della legge regionale per l’educazione alla legalità (l.r 2/2011), presentati ieri durante l’incontro seminariale che si è tenuto a Palazzo Pirelli con gli interventi del Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, del Presidente del Comitato paritetico di Controllo e Valutazione Riccardo De Corato (FdI), del Presidente della Commissione consiliare Affari istituzionali Carlo Malvezzi (NCD) e del Presidente della Commissione speciale Antimafia Gian Antonio Girelli (PD).

A raccontare i progetti avviati sono stati gli stessi studenti, in rappresentanza degli istituti “Manin” di Cremona, “Crespi” di Busto Arsizio, “Majorana” di Desio. Workshop, iniziative di sensibilizzazione sul territorio, approfondimenti, ma anche app per la condivisione di buone pratiche e incontri nelle discoteche sono alcuni dei tanti strumenti promossi negli istituti scolastici.  A sostenere l’alleanza scuola-giovani è intervenuto Roberto Proietto, Dirigente Ufficio V Ufficio scolastico regionale Lombardia.

Introducendo i lavori del seminario, in una sala Pirelli gremita di consiglieri e rappresentanti del mondo della scuola, il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo ha posto l’accento sulla convinzione che “la legalità è innanzitutto un modo di pensare, una cultura che si forma ponendo un’attenzione particolare sui giovani. I risultati che oggi sono stati presentati, sulla base dell’iniziativa avviata dal Consiglio regionale e della legge regionale in materia, dimostrano come insieme all’Ufficio scolastico regionale si possa arrivare a toccare le corde più sensibili dei giovani.  Gli straordinari progetti che sono stati illustrati evidenziano come la legalità sia già inserita del percorso formativo dei nostri ragazzi. Se non scommettiamo sui giovani, la legalità rimarrà una chimera”.

“Il rischio - ha sottolineato il Presidente Riccardo De Corato - è di maturare un’idea passiva di legalità, quasi fossimo costretti a subire gli obblighi posti dalla legge. Si può quindi cercare di andar oltre questo primo significato e intendere la legalità anche come la capacità di praticare le regole nella vita quotidiana, come criteri-guida per costruire la società che vogliamo. Oggi parliamo qui di educazione alla legalità e quindi d’iniziative rivolte essenzialmente ai giovani. Tuttavia per primi noi adulti siamo chiamati a formare questi giovani con l’esempio delle azioni e della responsabilità. Da questo punto di vista nessun adulto è esonerato: che sia insegnante, politico, giornalista e, soprattutto, genitore ogni adulto ha la responsabilità educativa di formare nuove generazioni all’esercizio della legalità”.

Due i punti cardine per gli interventi educativi secondo il Presidente Carlo Malvezzi. “Dobbiamo essere consapevoli  - ha detto - che il primo contrasto alla illegalità ha il suo fondamento in un corretto percorso educativo che si verifica dentro una robusta alleanza scuola-famiglia. Dentro questi ambiti, occorre indicare l’esempio di veri e propri maestri, quali sono certi genitori e certi insegnanti, da imitare nella vita”.

“L’educazione alla legalità non è un atteggiamento passivo ma deve portare a comportamenti attivi che guardino al bene della comunità - ha sottolineato Gian Antonio Girelli - La legalità non è un fine ma uno strumento per vivere insieme. Come istituzione dobbiamo essere all’altezza della sfida.”

I progetti avviati dalle scuole, sulla base della legge regionale, sono stati resi possibili dal progetto regionale “Gli strumenti della legalità”. Due i bandi di concorso finanziati, uno legato alle azioni contro l’illegalità, l’altro riservato ai CPL. “Ora l’obiettivo - ha dichiarato l’assessore regionale alla Sicurezza, Simona Bordonali - è coinvolgere anche il mondo produttivo, attraverso una convenzione biennale con l’Ufficio Scolastico regionale”.