Il sacco blu con microchip si "allarga": pronto per altri sette Comuni
DESIO - Dopo Lissone e dopo Seveso che l'ha lanciato su vasta scala, anche altri sette Comuni delle Brianza presto avranno il sacco blu dotato di microchip. Quello utilizzato da Gelsia Ambiente per migliorare i risultati della raccolta differenziata
Dov'è stato introdotto ha funzionato come la bacchetta magica: ha fatto miracoli moltiplicando a dismisura il dato della raccolta differenziata. Il sacco blu dotato di microchip è ora pronto a sbarcare in altri sette Comuni della Brianza.
Gelsia Ambiente, infatti, sta proponendo ai Comuni di Besana in Brianza, Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Seregno, Triuggio, Varedo e Desio di approvare il progetto "Un sacco giusto". Lo scopo immediato è quello di partecipare al bando del Conai (Consorzio nazionale imballaggi), che ha messo a disposizione per le iniziative di comunicazione nel nord Italia, un importo complessivo di 375 mila euro con un finanziamento massimo per progetto di 50 mila euro.
Poi, naturalmente, subentrerà la fase dell'introduzione vera e propria del sacco. Il primo a proporlo era stato Lissone, che aveva voluto attivare una fase sperimentale nel quartiere di Santa Margherita. Visto il successo, l'ha voluto anche l'amministrazione comunale di Seveso che ora l'utilizza sull'intero territorio cittadino.
L'idea del sacco blu con microchip identificativo dell'utente, parte dal fatto che in ogni sacco che depositiamo fuori dalla porta di casa c'è ancora un 55% di rifiuto che si può differenziare. Oltre a migliorare la raccolta differenziata il sacco blu può portare anche alla tariffazione puntuale, facendo pagare all'utente in base a quanto ha effettivamente conferito.
Gelsia Ambiente, infatti, sta proponendo ai Comuni di Besana in Brianza, Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Seregno, Triuggio, Varedo e Desio di approvare il progetto "Un sacco giusto". Lo scopo immediato è quello di partecipare al bando del Conai (Consorzio nazionale imballaggi), che ha messo a disposizione per le iniziative di comunicazione nel nord Italia, un importo complessivo di 375 mila euro con un finanziamento massimo per progetto di 50 mila euro.
Poi, naturalmente, subentrerà la fase dell'introduzione vera e propria del sacco. Il primo a proporlo era stato Lissone, che aveva voluto attivare una fase sperimentale nel quartiere di Santa Margherita. Visto il successo, l'ha voluto anche l'amministrazione comunale di Seveso che ora l'utilizza sull'intero territorio cittadino.
L'idea del sacco blu con microchip identificativo dell'utente, parte dal fatto che in ogni sacco che depositiamo fuori dalla porta di casa c'è ancora un 55% di rifiuto che si può differenziare. Oltre a migliorare la raccolta differenziata il sacco blu può portare anche alla tariffazione puntuale, facendo pagare all'utente in base a quanto ha effettivamente conferito.