Smorta dopo il siluramento: "Da Corti solo falsità e toni inaccettabili"

DESIO - Arrabbiato. Di più. Paolo Smorta è furibondo nei confronti del sindaco Roberto Corti. Non tanto per la revoca della delega di assessore, atto che comunque non riesce a digerire, ma soprattutto per il comunicato stampa in cui viene attaccato come persona. E, nella replica, è lui ad accusare il primo cittadino di essere un voltafaccia, probabilmente anche una persona cattiva.

Paolo Smorta è stupito dalla decisione del sindaco Roberto Corti di revocargli la delega, amareggiato per come si concludono i cinque anni di amministrazione in cui non si è certo risparmiato. E, soprattutto, indignato per i toni utilizzati dal primo cittadino nel comunicato stampa per informare la cittadinanza riguardo al suo "licenziamento" dalla Giunta comunale di Desio.

"Una cosa nel comunicato l'ha azzeccata - commenta Smorta provando ad abbozzare un sorriso - ovvero non ha messo in discussione il mio operato. Sa che ho fatto tanto, anche nel suo interesse. Resto però stupefatto di fronte alle sue affermazioni contro di me, contro la mia persona".

Una cosa su tutto indispone l'ex assessore: "Il sindaco scrive che avrebbe appreso della mia volontà di fare una lista e che io, messo alle strette, avrei confessato tutto. Ma stiamo scherzando o siamo persone serie? Io per primo, non facendo parte dell'apparato del Partito Democratico, mi sono sentito in dovere di incontrare lui e il segretario cittadino del Pd, per metterli al corrente del mio desiderio di creare una lista civica comunque a suo supporto".

L'esito dell'incontro? "Molto chiaro: il 16 gennaio mi ha detto di non presentarmi, dandomi l'impressione che ormai tutti i nomi sono decisi e che non c'è spazio per altri, aggiungendo che dopo la vittoria mi avrebbe dato l'assessorato considerandomi una persona pura, capace, fedele. Tredici giorni più tardi, non so in base a cosa, mi definisce invece persona inaffidabile, deludente, che trama nell'ombra. Sono io il voltafaccia?".

Per Corti il punto sta proprio qui, nella trasparenza, ma Smorta non ha dubbi: "Invito il sindaco e il segretario Pd anche a un confronto in piazza, se vogliono, ma sono stato proprio io a contattarli, a essere trasparente, cristallino. Quando mi ha detto di non candidarmi, io gli ho fatto presente che mi sarei preso un mese di tempo per decidere. Il mio intento era quello di mettere insieme una lista costituita da persone con due requisiti: competenti e senza aver mai avuto tessere di partito o incarichi amministrativi. Credetemi, non è facile: tant'è che oggi posso contare su 13 o 14 persone. Corti, però, probabilmente pressato dal partito, forse anche da Lucrezia Ricchiuti, pretendeva che io facessi una conferenza stampa per dire che avrei fatto una lista in suo appoggio. Siamo seri: quanti di voi annuncerebbero una cosa simile senza avere neanche la certezza di riuscire a fare una lista? Se non trovo le persone con i requisiti che sto cercando, che figura ci faccio dopo i proclami che vuole Corti? Meglio individuare i candidati, avere la certezza di partecipare alle elezioni e, a quel punto, schierarsi. Ora statene certi: dopo questo comportamento inaccettabile del sindaco, di certo non mi troverà mai più dalla sua parte".

La revoca della delega è avvenuta per Smorta come un fulmine a ciel sereno: "Non me l'ha neanche detto in faccia. Sapeva che ero in Regione a cercare finanziamenti per il centro sportivo, mi ha fatto uscire dall'incontro perché aveva fretta di comunicarmela al telefono per spedire subito il comunicato in modo che i giornali facessero in tempo ad andare in stampa con la notizia".

Resta da chiedersi il perché di una spaccatura così improvvisa e brusca, se è vero che si erano dati tempo fino a metà febbraio prima di discutere nuovamente di elezioni: "Io - conclude Smorta - una risposta l'ho. Già Corti è uno che vuole il controllo su tutto, quindi faceva fatica a digerire una lista di persone non scelte da lui. Nella coalizione di maggioranza ci sono tante persone cattive che lo hanno pressato. O, forse, fa parte anche lui di quelle cattive. Io di certo continuerò ad andare in giro per la città a testa alta. Ho lavorato bene, nell'interesse di Desio, non delle logiche di partito. Se sarà capace di uscire dal palazzo e di venire in piazza a confrontarsi, io ci sarò. Altrimenti dopo le gelate di gennaio e le rondini di primavera, si confronterà a giugno direttamente con gli elettori. Quel giorno, chissà, potrebbe anche passare un vento nuovo che spazza via le nubi".