Magic Movie Park: il costruttore finisce in carcere
MUGGIO' - I Carabinieri della stazione cittadina hanno dato esecuzione a un ordine di carcerazione nei confronti di Felice Vittorio Zaccaria. L'imprenditore, ora settantenne, era stato l'artefice del progetto mai decollato del "Cina Mercato" - "Magic Movie Park"
Felice Vittorio Zaccaria, l'artefice del "Cina Mercato" - "Magic Movie Park" di Muggiò, è finito in prigione. I Carabinieri della stazione di Muggiò hanno dato esecuzione all’Ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza nei suoi confronti. L'imprenditore originario di Roccella Ionica (Rc) dovrà scontare una pena di tre anni e otto mesi di reclusione per reati fallimentari e bancarotta fraudolenta.
Si chiude così la vicenda del “Cina Mercato” - “Magic Movie Park”, la struttura ubicata tra Muggiò e Nova Milanese, dotata di 15 sale e destinata ad accogliere al proprio interno un mercato cinese all’ingrosso con 200 commercianti. Tutto era iniziato nel 2001, quando l’ambizioso progetto attirò prima soggetti vicini a Rocco Cristello, il capo della locale di ‘ndrangheta di Seregno, freddato a colpi di pistola nel marzo del 2008, e poi un imprenditore cinese fuggito dal suo paese nel 1995 dopo una maxi truffa, per sottrarsi alla giustizia locale, che reclutò diversi imprenditori connazionali, attivi a Milano, in via Paolo Sarpi. Stipulando però contratti di locazione all’interno della struttura, senza che fossero mai state concesse le autorizzazioni per l’avvio dell’attività.
Si chiude così la vicenda del “Cina Mercato” - “Magic Movie Park”, la struttura ubicata tra Muggiò e Nova Milanese, dotata di 15 sale e destinata ad accogliere al proprio interno un mercato cinese all’ingrosso con 200 commercianti. Tutto era iniziato nel 2001, quando l’ambizioso progetto attirò prima soggetti vicini a Rocco Cristello, il capo della locale di ‘ndrangheta di Seregno, freddato a colpi di pistola nel marzo del 2008, e poi un imprenditore cinese fuggito dal suo paese nel 1995 dopo una maxi truffa, per sottrarsi alla giustizia locale, che reclutò diversi imprenditori connazionali, attivi a Milano, in via Paolo Sarpi. Stipulando però contratti di locazione all’interno della struttura, senza che fossero mai state concesse le autorizzazioni per l’avvio dell’attività.
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