Un catalogo "stupefacente": l'elettricista gestisce il supermarket della droga

MUGGIO' - Dopo avere arrestato una coppia che spacciava droga nella sua abitazione, situata nella periferia della città, i Carabinieri hanno proseguito le indagini: sono arrivati fino a un elettricista di Masate che, in casa, aveva un vero e proprio supermercato della droga

L'arresto di una coppia di spacciatori a Muggiò, alla fine del mese di ottobre, era stato solo l'inizio: i Carabinieri della stazione cittadina, partendo proprio da quelle indagini, nei giorni scorsi sono riusciti a scovare a Masate un vero e proprio supermarket della droga. In manette è finito un elettricista di 31 anni, originario di Brescia, che ha già precedenti specifici.

L’attività è il risultato di un’indagine partita nello scorso mese di ottobre, quando i militari avevano arrestato una coppia di conviventi, dediti allo spaccio all’interno della propria abitazione nella periferia di Muggiò, perché trovati in possesso di 45 ovuli di hashish, 45 grammi di marijuana e quattro piante di cannabis. La ricostruzione del circuito relazionale dei due pusher ha portato i Carabinieri sino al nuovo appartamento, nel centro di Masate (MI), di proprietà dell'elettricista.

Complessivamente sono stati rinvenuti 1,1 chili di marijuana, 500 grammi di hashish in panetti, oltre 180 grammi di ketamina, 45 grammi di MDMA, 63 pasticche di ecstasy, 54 “francobolli” impregnati di LSD e riportanti l’effige di Albert Hofmann, scienziato svizzero che per la prima volta sintetizzò la sostanza nel 1938, nell’ambito di ricerche farmacologiche.

In una delle stanze della casa era stata allestita anche una serra, dotata di appositi impianti di aerazione e illuminazione per la coltivazione e l’essiccazione della cannabis, della quale sono stati sequestrati oltre 400 semi di diverse varietà e due piante di 40 e 90 centimetri di altezza, assieme a fertilizzanti, bilancini di precisione e materiale per il confezionamento della droga. Infine, in una cassaforte, i Carabinieri hanno trovato la somma di 11.150 euro, dei quali l’arrestato non ha saputo chiarire la provenienza, posti in sequestro quale provento dell’attività illecita.


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