In Comune tre furbetti del cartellino: uno è ai domiciliari, per gli altri l'obbligo di firma
PADERNO DUGNANO - Tre dipendenti del Comune, furbetti del cartellino, sono finiti nei guai. Dopo mesi di pedinamento da parte dei colleghi della Polizia locale, uno è ai domiciliari, altri due hanno l'obbligo di firma. Risponderanno a vario titolo di truffa, peculato e falso
Entravano ogni mattina in Comune a Paderno Dugnano e timbravano il cartellino per iniziare la giornata lavorativa. Ma, purtroppo, non sempre si dedicavano all'attività a loro assegnata a beneficio dei cittadini. Dopo aver timbrato si dedicavano ad attività personali. Tre furbetti del cartellino sono stati smascherati dai loro colleghi della Polizia locale. Uno è finito agli arresti domiciliari, agli altri due è stato imposto l'obbligo di firma.
A fare partire le indagini pare siano stati i loro stessi colleghi, un po' insospettiti e un po' indispettiti dal loro atteggiamento. Una segnalazione alla Polizia locale che, in modo professionale, senza lasciarsi condizionare dalla conoscenza personale, ha iniziato a tenerli d'occhio e a monitorare i loro spostamenti.
Si è così scoperto che un dipendente di 55 anni, destinato all'attività di ufficio, dopo aver timbrato andava ad allevare bovini. Pare utilizzando anche l'automobile del Comune. E' lui quello che il Giudice per le indagini preliminari ha ritenuto opportuno lasciare agli arresti domiciliari in attesa del giudizio.
Gli altri due, quarantenni, sono invece operai del Comune. Uno timbrava e andava al bar, trascorrendovi molto tempo, pare anche ore, per scambiare due chiacchiere e leggere tranquillamente i giornali. L'altro, invece, dopo aver fatto figurare la sua presenza, si allontanava per andare in un cantiere a controllare i lavori di una casa in ristrutturazione. Per loro il Gip ha disposto il solo obbligo di firma.
A fare partire le indagini pare siano stati i loro stessi colleghi, un po' insospettiti e un po' indispettiti dal loro atteggiamento. Una segnalazione alla Polizia locale che, in modo professionale, senza lasciarsi condizionare dalla conoscenza personale, ha iniziato a tenerli d'occhio e a monitorare i loro spostamenti.
Si è così scoperto che un dipendente di 55 anni, destinato all'attività di ufficio, dopo aver timbrato andava ad allevare bovini. Pare utilizzando anche l'automobile del Comune. E' lui quello che il Giudice per le indagini preliminari ha ritenuto opportuno lasciare agli arresti domiciliari in attesa del giudizio.
Gli altri due, quarantenni, sono invece operai del Comune. Uno timbrava e andava al bar, trascorrendovi molto tempo, pare anche ore, per scambiare due chiacchiere e leggere tranquillamente i giornali. L'altro, invece, dopo aver fatto figurare la sua presenza, si allontanava per andare in un cantiere a controllare i lavori di una casa in ristrutturazione. Per loro il Gip ha disposto il solo obbligo di firma.
Tutti e tre dovranno rispondere, a vario titolo, di truffa ai danni dell'ente, peculato e falso in attestazione sulla presenza in servizio.
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