Tre gruppi di spacciatori, quattordici persone in manette

BOVISIO MASCIAGO - Dopo due anni di indagini i Carabinieri della Compagnia di Desio sono riusciti a smantellare tre organizzazioni dedite allo spaccio di droga. Due che avevano sede e attività in città, un'altre che da Varedo e Paderno si spostavano nelle Groane e anche alta Brianza

"Portami il fusto di birra". E, magicamente, ecco la consegna di una partita di cocaina. Si esprimevano così, con un gergo tutto loro per evitare di essere smascherati, gli spacciatori che sono finiti in carcere in seguito alla indagini della Compagnia dei Carabinieri di Desio. Bovisio Masciago pesantemente coinvolta dal traffico illecito, ma le persone coinvolte agivano anche a Paderno Dugnano, Varedo, nelle Groane. Si spostavano se necessario anche fino all'alta Brianza per consegne a domicilio.

In tutto quattordici le persone finite nei guai, colpite da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribuale di Monza: 7 marocchini, 4 tunisini, 2 italiani e un albanese, di età compresa tra i 23 e i 51 anni e facenti parte di tre gruppi ben distinti.

Uno era sotto il controllo di un marocchino di 51 anni, incensurato, che si occupava di spaccio all'ingrosso tramite una fitta rete di collaboratori che bazzicavano davanti a un bar situato a Bovisio Masciago. Sempre a Bovisio un secondo gruppo che aveva a capo un altro marocchino di 34 anni, aiutato dalla moglie. La loro base operativa era un appartamento, ma le consegne avvenivano anche altrove.

Il terzo gruppo, infine, aveva diviso la custodia degli stupefacenti tra Varedo e Paderno Dugnano, ma era l'organizzazione più "flessibile", con spostamenti nel Parco delle Groane, spingendosi fino a Cesano Maderno, Limbiate, Novate Milanese, Rho, Bollate.

L'indagine è partita nel 2015 con l'arresto di due marocchini. Da quell'intervento i Carabinieri hanno documentato almeno 300 cessioni di stupefacenti, schedando 130 clienti, anche se il numero in realtà potrebbe essere superiore in seguito ad agende ritrovate negli appartamenti piene di annotazioni e di nomi.

Non erano sprovveduti. Erano molto accorti e smaliziati, cambiavano in continuazione le schede telefoniche, anche ogni giorno. Non è servito: i Carabinieri sono stati più furbi e più abili di loro.


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