Tassista abusivo, aveva stuprato una studentessa: 6 anni di reclusione
PADERNO DUGNANO - Nel gennaio 2014, mentre svolgeva la professione di tassista abusivo, aveva abusato di una studentessa belga in Italia per l'Erasmus. Un uomo di 27 anni, originario dell'Ecuador, già ai domiciliari col braccialetto elettronico, è ora stato condannato a 6 anni di reclusione
Mentre svolgeva abusivamente la professione di tassista aveva stuprato una ragazza di 22 anni. Un uomo originario dell'Ecuador, residente a Paderno Dugnano, è stato prelevato dalla sua abitazione dai Carabinieri della Tenenza cittdina. Dovrà scontare sei anni di carcere.
I fatti risalgono al 19 gennaio 2014. Una ragazza belga di 22 anni, in Italia per l'Erasmus nel suo percorso di studi di architettura, era uscita presto da una discoteca perché si sentiva male. E, non trovando un taxi, alla fine si era accordata con l'extracomunitario. Era regolare in Italia, arrivato nel 2006, per arrotondare lo stipendio svolgeva anche la professione di tassista abusivo nelle ore serali.
Durante il viaggio, però, l'uomo all'improvviso aveva fatto una deviazione. Giusto per trovare una strada isolata e abusare della ragazza che, già in preda a nausea e vertigini, non era riuscita a liberarsi e a fuggire. In casa aveva poi raccontato l'accaduto alla coinquilina che, senza esitazione, l'aveva spinta a rivolgersi alle forze dell'ordine.
I Carabinieri di Milano, quelli della caserma di Porta Monforte, l'avevano accompagnata alla clinica Mangiagalli. Il servizio di "Soccorso violenza sessuale" aveva dato conferme al racconto della ragazza. Le indagini sono stati anche veloci. I militari hanno studiato le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza di una banca situata accanto al locale, riuscendo a restringere il numero dei possibili stupratori.
Il passo successivo era stato quello di esaminare i tabulati telefonici. Grazie a quello avevano ottenuto la ragionevole conferma sull'identità dell'uomo. Mancava la prova finale, quella decisiva: l'avevano fermato per un normale controllo, con la scusa del test dell'etilometro. Tanto era bastato per avere un minimo di saliva per ricavare il suo Dna, che alla fine era risultato identico a quello ottenuto dalla clinica Mangiagalli.
L'extracomunitario, già in detenzione domiciliare con il braccialetto elettronico, nei giorni scorsi ha ricevuto la visita dei Carabinieri di Paderno Dugnano. Era colpito da un ordine di carcerazione dopo la sentenza della Corte d'Appello, prima sezione penale: per lui 6 anni di reclusione e l'espulsione dal territorio nazionale.
I fatti risalgono al 19 gennaio 2014. Una ragazza belga di 22 anni, in Italia per l'Erasmus nel suo percorso di studi di architettura, era uscita presto da una discoteca perché si sentiva male. E, non trovando un taxi, alla fine si era accordata con l'extracomunitario. Era regolare in Italia, arrivato nel 2006, per arrotondare lo stipendio svolgeva anche la professione di tassista abusivo nelle ore serali.
Durante il viaggio, però, l'uomo all'improvviso aveva fatto una deviazione. Giusto per trovare una strada isolata e abusare della ragazza che, già in preda a nausea e vertigini, non era riuscita a liberarsi e a fuggire. In casa aveva poi raccontato l'accaduto alla coinquilina che, senza esitazione, l'aveva spinta a rivolgersi alle forze dell'ordine.
I Carabinieri di Milano, quelli della caserma di Porta Monforte, l'avevano accompagnata alla clinica Mangiagalli. Il servizio di "Soccorso violenza sessuale" aveva dato conferme al racconto della ragazza. Le indagini sono stati anche veloci. I militari hanno studiato le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza di una banca situata accanto al locale, riuscendo a restringere il numero dei possibili stupratori.
Il passo successivo era stato quello di esaminare i tabulati telefonici. Grazie a quello avevano ottenuto la ragionevole conferma sull'identità dell'uomo. Mancava la prova finale, quella decisiva: l'avevano fermato per un normale controllo, con la scusa del test dell'etilometro. Tanto era bastato per avere un minimo di saliva per ricavare il suo Dna, che alla fine era risultato identico a quello ottenuto dalla clinica Mangiagalli.
L'extracomunitario, già in detenzione domiciliare con il braccialetto elettronico, nei giorni scorsi ha ricevuto la visita dei Carabinieri di Paderno Dugnano. Era colpito da un ordine di carcerazione dopo la sentenza della Corte d'Appello, prima sezione penale: per lui 6 anni di reclusione e l'espulsione dal territorio nazionale.
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