Gli insulti dell'arbitro straniero ai tifosi: "Terroni di m...."

SOLARO - Quando mercoledì a Limbiate i tifosi hanno protestato per una sua decisione, si è girato verso gli spalti e ha apostrofato i tifosi meridionali con un "Terroni di m....". L'arbitro, di origini marocchine, è duramente contestato dalla Serenissima Calcio

Appena l'arbitro mette piede in campo, si sa, si prende del cornuto dai tifosi. Se va bene: perché spesso gli "apprezzamenti" si spingono anche un po' oltre. Ma quello che è accaduto mercoledì a Limbiate ha davvero dell'incredibile. E' stato l'arbitro, di origine marocchina, a rivolgersi ai tifosi con "terroni di m..." che ha fatto infuriare la Serenissima Calcio di Solaro.

Si trattava della partita di recupero della categoria Juniores tra la Serenissima e la Victor. A dirigere la partita l'arbitro di origine marocchina iscritto nella sezione Aia (Associazione italiana arbitri) di Saronno.

All'improvviso, durante i minuti di gioco, quando ha sentito i tifosi meridionali protestare per una sua decisione, ha perso la calma. Si è girato verso di loro con un'espressione che ha lasciato tutti allibiti.

"Il nostro giocatore Fortino - spiegano dalla Serenissima - con calma ha chiesto all'abitro di contenersi e di non rivolgersi agli spettatori con certe frasi. Gli è costata l'espulsione. Dopo la sospensione di un quarto d'ora, per le proteste del pubblico, ha ripreso la gara e ha espulso anche Adamo per un nonnulla. Infine, a fine partita, si è rifiutato di rendere i documenti ai giocatori e ha rotto la chiave del suo spogliatoio".

La società di Solaro condanna il suo operato: "Una vergogna assoluta piomba sulla classe arbitrale. Nessuno ha toccato con un dito il direttore di gara".

Vista la piega che stava prendendo la partita, dalla società hanno ritenuto doveroso fare intervenire i Carabinieri che hanno interrogati i presenti. Sarebbe curioso sapere qual è la versione ufficiale dell'arbitro. Razzista o no, di certo per avere surriscaldato gli animi e per il suo atteggiamento, meriterebbe lui l'espulsione essendosi dimostrato inadeguato.


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