Star: tornano la cassa integrazione e il timore sul futuro dello stabilimento

AGRATE BRIANZA - Un presidio oggi pomeriggio davanti allo stabilimento di via Matteotti, in concomitanza con il ritorno della cassa integrazione. I sindacati esprimono tutta la loro preoccupazione per il futuro dell'azienda, passata da 3 mila dipendenti ai 250 attuali.

Un presidio davanti alla sede dell'azienda, questo pomeriggio e, soprattutto, il ritorno della cassa integrazione: sono di nuovo momenti di preoccupazione e di tensione nello stabilimento cittadino di uno dei marchi italiani più conosciuti dal grande pubblico.

Rallentamenti nella produzione, chiusura di due settimane (una a novembre e una a dicembre) e riduzione dell'attività dal 20% al 30% nelle altre: è quanto si prospetta per la sede di via Matteotti. Segnali che hanno già fatto suonare il campanello d'allarme per i sindacati che già, nella richiesta della cassa integrazione, hanno letto un brutto segnale per il futuro dello stabilimento. Già il personale è notevolmente ridotto rispetto al passato: oggi si contano circa 250 operai a fronte dei 3 mila di una quindicina di anni fa.

"Avanti di questo passo - dichiara alla stampa Matteo Casiraghi, segretario generale della Flai Cgil - rischiamo di trovarci di fronte alla dismissione della fabbrica e dunque ad altri esuberi. Quello che serve non e' il continuo ricorso agli ammortizzatori sociali ma un piano industriale e investimenti".

Oltre al presidio di oggi e al volantinaggio che i dipendenti intendono fare al mercato nei prossimi giorni, i sindacati si stanno muovendo a livello istituzionale per coinvolgere Regione Lombardia e Governo: giovedì 12 è in programma un incontro presso il Ministero dello Sviluppo economico.