Nuova scuola materna: durante gli scavi spuntano reperti dell'età neolitica
AGRATE BRIANZA - I lavori della nuova scuola dell'infanzia in via don Gnocchi iniziano con la sorpresa: durante la fase di scavo sono spuntati reperti archeologi che risalgono almeno all'età romana, forse addirittura a quella neolitica.
Reperti di rilievo archeologico, risalenti all'epoca romana e forse databili a epoca ancora anteriore, collocabile in età neolitica. Sono stati trovati nel corso degli scavi per la realizzazione della scuola dell'infanzia in via don Gnocchi.
"Nel corso di controlli archeologici eseguiti dalla società Ar.Pa. di Paolo Corti - spiega la Soprintendenza Archeologia della Lombardia con una nota - è stata evidenziata la presenza di un deposito di interesse archeologico. Gli scavi stratigrafici, effettuati in collaborazione con il Comune di Agrate Brianza e grazie all'assistenza tecnica dell'impresa "Costruzioni Pellegrini Srl", hanno offerto l'occasione per indagare e documentare fasi di frequentazione dell'area che hanno offerto nuovi e inattesi dati sulla storia del territorio comunale. I rinvenimenti comprendono poche sepolture ad incinerazione, molto compromesse dalle arature, e tracce diverse di uso del suolo, in particolare buche di palo e aree con tracce di accensione di fuochi. I frammenti ceramici rinvenuti hanno confermato la presenza di abitanti in Agrate durante l'età romana, già nota da tempo, ma hanno anche suggerito che la frequentazione dell'area possa aver avuto inizio già in età neolitica. Gli scavi archeologici sono in corso di ultimazione. Lo studio dei reperti consentirà di meglio precisare e comprendere le differenti fasi di frequentazione e di ricostruire un frammento della storia più antica di Agrate”.
Gli scavi sono iniziati a fine marzo e fin dall’inizio, in piena attuazione della normativa vigente, sono stati eseguiti sotto la supervisione di archeologi diretti dalla Soprintendenza competente e incaricati dal Comune. È bastato movimentare i primi strati di terreno perché affiorassero alcune evidenze di rilievo archeologico, immediatamente prese in carico dalla Soprintendenza e sottoposte a indagine. A questo proposito, lo scorso 21 marzo, era la stessa Soprintendenza Archeologia della Lombardia a specificare che erano state “individuate evidenze d’interesse archeologico e che è necessario indagare stratigraficamente come da Capitolato speciale degli scavi di questa Soprintendenza e documentare secondo gli standard richiesti”.
Pertanto, all’interno del perimetro dell’intero cantiere, gli scavi sono stati sospesi nelle aree di ritrovamento per consentire lo svolgimento dell’intervento archeologico, e sono proseguiti con l’utilizzo di mezzi più piccoli nelle aree ancora non smosse, onde evitare di compromettere l’integrità di reperti d’interesse nel sottosuolo.
“Questi ritrovamenti sono una vera sorpresa, non ci aspettavamo nulla di simile anche perché questa zona non era classificata, in linea teorica, come area sensibile sotto questo profilo – commentano il sindaco Ezio Colombo e l’assessore ai Lavori pubblici, Simone Sironi -. La realtà invece ci sta restituendo tracce di una storia agratese che ha radici ben più profonde di quanto già emerso in occasione dei recenti lavori in piazza Trivulzio a Omate. Il lavoro di scavo svolto fin da subito nel pieno rispetto della normativa, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia competente, ha consentito di salvaguardare appieno i ritrovamenti e di indagarli e documentarli nella maniera più idonea”.
Proprio a questo riguardo, per la massima tutela di questo materiale, su indicazione della stessa Soprintendenza, al fine di contenere la curiosità di
persone terze e di impedire ogni intrusione estranea nel cantiere, con possibile compromissione o trafugamento dei reperti, è stato mantenuto il massimo riserbo sui ritrovamenti fino al momento attuale, quando il lavoro di riscoperta e di messa in sicurezza è ormai in fase di completamento.
Per quanto concerne il prosieguo dei lavori di costruzione della nuova scuola dell’infanzia, l’assessore Sironi precisa: “Con ogni probabilità, il rinvenimento di questi reperti sposterà di qualche settimana la data di fine lavori prevista dall’appalto in essere, originariamente fissata al 13 marzo 2017. Sotto il profilo economico, questa attività archeologica avrà un impatto economico che ancora non siamo in grado di quantificare e che deriva sia dal costo del lavoro degli archeologi, che è a carico del Comune, sia dagli oneri aggiuntivi dovuti alle più lente modalità di movimentazione terra fin qui adoperate”.
"Nel corso di controlli archeologici eseguiti dalla società Ar.Pa. di Paolo Corti - spiega la Soprintendenza Archeologia della Lombardia con una nota - è stata evidenziata la presenza di un deposito di interesse archeologico. Gli scavi stratigrafici, effettuati in collaborazione con il Comune di Agrate Brianza e grazie all'assistenza tecnica dell'impresa "Costruzioni Pellegrini Srl", hanno offerto l'occasione per indagare e documentare fasi di frequentazione dell'area che hanno offerto nuovi e inattesi dati sulla storia del territorio comunale. I rinvenimenti comprendono poche sepolture ad incinerazione, molto compromesse dalle arature, e tracce diverse di uso del suolo, in particolare buche di palo e aree con tracce di accensione di fuochi. I frammenti ceramici rinvenuti hanno confermato la presenza di abitanti in Agrate durante l'età romana, già nota da tempo, ma hanno anche suggerito che la frequentazione dell'area possa aver avuto inizio già in età neolitica. Gli scavi archeologici sono in corso di ultimazione. Lo studio dei reperti consentirà di meglio precisare e comprendere le differenti fasi di frequentazione e di ricostruire un frammento della storia più antica di Agrate”.
Gli scavi sono iniziati a fine marzo e fin dall’inizio, in piena attuazione della normativa vigente, sono stati eseguiti sotto la supervisione di archeologi diretti dalla Soprintendenza competente e incaricati dal Comune. È bastato movimentare i primi strati di terreno perché affiorassero alcune evidenze di rilievo archeologico, immediatamente prese in carico dalla Soprintendenza e sottoposte a indagine. A questo proposito, lo scorso 21 marzo, era la stessa Soprintendenza Archeologia della Lombardia a specificare che erano state “individuate evidenze d’interesse archeologico e che è necessario indagare stratigraficamente come da Capitolato speciale degli scavi di questa Soprintendenza e documentare secondo gli standard richiesti”.
Pertanto, all’interno del perimetro dell’intero cantiere, gli scavi sono stati sospesi nelle aree di ritrovamento per consentire lo svolgimento dell’intervento archeologico, e sono proseguiti con l’utilizzo di mezzi più piccoli nelle aree ancora non smosse, onde evitare di compromettere l’integrità di reperti d’interesse nel sottosuolo.
“Questi ritrovamenti sono una vera sorpresa, non ci aspettavamo nulla di simile anche perché questa zona non era classificata, in linea teorica, come area sensibile sotto questo profilo – commentano il sindaco Ezio Colombo e l’assessore ai Lavori pubblici, Simone Sironi -. La realtà invece ci sta restituendo tracce di una storia agratese che ha radici ben più profonde di quanto già emerso in occasione dei recenti lavori in piazza Trivulzio a Omate. Il lavoro di scavo svolto fin da subito nel pieno rispetto della normativa, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia competente, ha consentito di salvaguardare appieno i ritrovamenti e di indagarli e documentarli nella maniera più idonea”.
Proprio a questo riguardo, per la massima tutela di questo materiale, su indicazione della stessa Soprintendenza, al fine di contenere la curiosità di
persone terze e di impedire ogni intrusione estranea nel cantiere, con possibile compromissione o trafugamento dei reperti, è stato mantenuto il massimo riserbo sui ritrovamenti fino al momento attuale, quando il lavoro di riscoperta e di messa in sicurezza è ormai in fase di completamento.
Per quanto concerne il prosieguo dei lavori di costruzione della nuova scuola dell’infanzia, l’assessore Sironi precisa: “Con ogni probabilità, il rinvenimento di questi reperti sposterà di qualche settimana la data di fine lavori prevista dall’appalto in essere, originariamente fissata al 13 marzo 2017. Sotto il profilo economico, questa attività archeologica avrà un impatto economico che ancora non siamo in grado di quantificare e che deriva sia dal costo del lavoro degli archeologi, che è a carico del Comune, sia dagli oneri aggiuntivi dovuti alle più lente modalità di movimentazione terra fin qui adoperate”.