La Brianza nella rete internazionale di pedopornografia
BESANA IN BRIANZA - Il nome della città in un elenco stilato dalla Polizia di Stato per la pedopornografia e per immagini di sesso con animali. L'indagine ha portato a quattro arresti in Italia. In manette anche un sacerdote. A livello internazionale scovati altri 204 utenti.
Compare anche il nome di Besana in Brianza nel lungo elenco relativo alla rete internazionale dedita alla pornografia: sesso con bambini ma anche con animali. E' quella smascherata dalla Polizia di Stato che ha scovato 233 utenti di cui 29 di nazionalità italiana. Quattro i nostri connazionali finiti in manette, uno di loro è un sacerdote che vive in Liguria.
L'indagine è partita nel 2012 con il monitoraggio di alcuni spazi pubblici di alcuni siti web. Da lì, passo dopo passo, clic dopo clic, si è estesa a macchia d'olio raggiungendo persone che, in continuazione, facevano riferimento a materiale pornografico illecito. Tutto su spazi di condivisioni che la Polizia ha bollato come 'anticamera' per gli utenti interessati alla pornografia minorile con immagini raccapriccianti che avevano come protagonisti anche bambini di età inferiore ai dieci anni.
Il lungo elenco di pc, tablet, smartphone raggiunti dalla Polizia postale ha permesso di scovare utenti residenti in queste località: Alassio (SV), Alessandria, Besana Brianza (MB), Bordighera (IM), Busnago (MB), Castel Fiorentino (FI), Cava Manara (PV), Città Ducale (RI), Genova, Gussago (BS), Lariano (Roma), Livorno, Loale (VE), Locorotondo (BA), Massa Martana (PG), Nettuno (Roma), Noto (SR), Novellara (RE), Pistoia, Pomezia (Roma), Portomaggiore (FE), Selva di Val Gardena (BZ), Ravenna, Roma, Taormina (ME) e Torrecuso (BN).
Dei quattro italiani arrestati, due sono disoccupati, uno operaio, l'altro un religioso. Dalle prime informazioni pare che quest'ultimo sia accusato di cessione aggravata di materiale pedopornografico.
Grazie al supporto del servizio per la cooperazione internazionale di Polizia e al coinvolgimento attivo dell'Interpol di Lione, sono state inviate in 35 Paesi di tutto il mondo informazioni relative agli altri 204 utenti coinvolti. Ognuno di questi Paesi, poi, agirà in base a quella che è la propria normativa in materia.
L'indagine è partita nel 2012 con il monitoraggio di alcuni spazi pubblici di alcuni siti web. Da lì, passo dopo passo, clic dopo clic, si è estesa a macchia d'olio raggiungendo persone che, in continuazione, facevano riferimento a materiale pornografico illecito. Tutto su spazi di condivisioni che la Polizia ha bollato come 'anticamera' per gli utenti interessati alla pornografia minorile con immagini raccapriccianti che avevano come protagonisti anche bambini di età inferiore ai dieci anni.
Il lungo elenco di pc, tablet, smartphone raggiunti dalla Polizia postale ha permesso di scovare utenti residenti in queste località: Alassio (SV), Alessandria, Besana Brianza (MB), Bordighera (IM), Busnago (MB), Castel Fiorentino (FI), Cava Manara (PV), Città Ducale (RI), Genova, Gussago (BS), Lariano (Roma), Livorno, Loale (VE), Locorotondo (BA), Massa Martana (PG), Nettuno (Roma), Noto (SR), Novellara (RE), Pistoia, Pomezia (Roma), Portomaggiore (FE), Selva di Val Gardena (BZ), Ravenna, Roma, Taormina (ME) e Torrecuso (BN).
Dei quattro italiani arrestati, due sono disoccupati, uno operaio, l'altro un religioso. Dalle prime informazioni pare che quest'ultimo sia accusato di cessione aggravata di materiale pedopornografico.
Grazie al supporto del servizio per la cooperazione internazionale di Polizia e al coinvolgimento attivo dell'Interpol di Lione, sono state inviate in 35 Paesi di tutto il mondo informazioni relative agli altri 204 utenti coinvolti. Ognuno di questi Paesi, poi, agirà in base a quella che è la propria normativa in materia.