Il Comandante vestito da SS divide il web: "Ha chiesto scusa, dobbiamo lapidarlo?"
BIASSONO - Dopo il putiferio che si è scatenato all'inizio, quando si è scoperto che il Comandante della Polizia locale sul suo profilo Facebook indossava la divisa delle "SS", non mancano ora su Internet che prendono le sue difese. Ritenendo penalizzante qualsiasi provvedimento nei suoi confronti
Prima il clamore, lo sdegno unanime e la condanna. Poi, sempre meno timidamente, non sono poche le persone che si schierano dalla parte di Giorgio Piacentini, il Comandante della Polizia locale di Biassono che ha fatto discutere l'Italia per quella divisa da "SS" indossata per il suo profilo pubblico di Facebook (LEGGI QUI).
Un gesto che subito tutti hanno condannato con decisione, chiedendo chi l'allontanamento dal Comune di Biassono, chi la sospensione, chi il demansionamento. Lui, meravigliato dal putiferio che si è creato, non ha esitato a chiedere scusa, evidenziando di non aver fatto nulla in malafede, quanto di aver forse peccato di ingenuità utilizzando una di quelle divise che gli viene chiesto da indossare dai Comuni e dalle Pro Loco d'Italia quando va in giro a fare rievocazioni storiche con l'associazione "The Green Liners" (LEGGI QUI).
L'amministrazione comunale ha da subito escluso categoricamente l'idea del licenziamento, preferendo con ogni probabilità l'idea di un demansionamento a quella della sospensione ritenendola una risposta comunque decisa ma non eccessivamente penalizzante.
La notizia è stata accolta dal mondo del web in modo decisamente contrastante. Chi è rimasto indignato da quella divisa e dai commenti, non ha fatto a meno di commentare. C'è chi ha evidenziato che "Biassono è la barzelletta della Brianza", chi sconsolato aspettando di più dice "Va beh..." o "No comment". Chi sostiene che "non ci sono scuse, fosse anche solo per il ruolo che ricopre". Un utente di Facebook afferma: "A me non sembra che sia stato un errore, è stato un gesto fatto di proposito. Forse non pensava alle conseguenze. Ma chi è causa del suo mal pianga se stesso. Per quel posto ci vuole una persona seria".
Dall'altra parte, però, c'è chi ritiene fuori luogo un provvedimento nei confronti del Comandante. "Non è un reato punibile - afferma un cittadino - non ha fatto nulla di male, mi degradi quando in ogni caso faccio il mio dovere. Una persona potrà avere una vita privata dove può fare ciò che vuole nel rispetto della legge senza essere giudicato o punito?". E c'è chi, tra i difensori, gli fa eco in modo deciso: "Io credo che essere degradati sia molto umiliante. Perché non deve essere data la possibilità di riscattarsi? Ha sbagliato, credo si sia pentito, ha chiesto scusa. Che facciamo, dobbiamo lapidarlo?"
Gualfrido Galimberti
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Un gesto che subito tutti hanno condannato con decisione, chiedendo chi l'allontanamento dal Comune di Biassono, chi la sospensione, chi il demansionamento. Lui, meravigliato dal putiferio che si è creato, non ha esitato a chiedere scusa, evidenziando di non aver fatto nulla in malafede, quanto di aver forse peccato di ingenuità utilizzando una di quelle divise che gli viene chiesto da indossare dai Comuni e dalle Pro Loco d'Italia quando va in giro a fare rievocazioni storiche con l'associazione "The Green Liners" (LEGGI QUI).
L'amministrazione comunale ha da subito escluso categoricamente l'idea del licenziamento, preferendo con ogni probabilità l'idea di un demansionamento a quella della sospensione ritenendola una risposta comunque decisa ma non eccessivamente penalizzante.
La notizia è stata accolta dal mondo del web in modo decisamente contrastante. Chi è rimasto indignato da quella divisa e dai commenti, non ha fatto a meno di commentare. C'è chi ha evidenziato che "Biassono è la barzelletta della Brianza", chi sconsolato aspettando di più dice "Va beh..." o "No comment". Chi sostiene che "non ci sono scuse, fosse anche solo per il ruolo che ricopre". Un utente di Facebook afferma: "A me non sembra che sia stato un errore, è stato un gesto fatto di proposito. Forse non pensava alle conseguenze. Ma chi è causa del suo mal pianga se stesso. Per quel posto ci vuole una persona seria".
Dall'altra parte, però, c'è chi ritiene fuori luogo un provvedimento nei confronti del Comandante. "Non è un reato punibile - afferma un cittadino - non ha fatto nulla di male, mi degradi quando in ogni caso faccio il mio dovere. Una persona potrà avere una vita privata dove può fare ciò che vuole nel rispetto della legge senza essere giudicato o punito?". E c'è chi, tra i difensori, gli fa eco in modo deciso: "Io credo che essere degradati sia molto umiliante. Perché non deve essere data la possibilità di riscattarsi? Ha sbagliato, credo si sia pentito, ha chiesto scusa. Che facciamo, dobbiamo lapidarlo?"
Gualfrido Galimberti
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