Soldà replica a Pedata: "Non si utilizzano dati tutelati dalla privacy per strumentalizzazioni partitiche"

BOVISIO MASCIAGO - Il sindaco Giuliano Soldà, con un comunicato stampa, spiega perché ha sospeso la richiesta di accesso agli atti di Stefano Pedata (capogruppo del Movimento 5 Stelle). Il primo cittadino ha girato tutta la questione al Prefetto perché dia una sua interpretazione.

"Non si possono utilizzare dati riservati e tutelati dalla privacy ai fini di una strumentalizzazione partitica". E' questo in sintesi il messaggio che il sindaco Giuliano Soldà lancia a Stefano Pedata, il capogruppo del Movimento 5 Stelle che nei giorni scorsi aveva manifestato il suo disappunto perché il primo cittadino aveva deciso di sospendere la sua richiesta di accesso agli atti.

Secondo il capogruppo del Movimento 5 Stelle, infatti, l'accesso ad atti e informazioni è infatti fondamentale per l'esercizio corretta della sua attività di consigliere. Il sindaco ha girato la questione al Prefetto per chiedere un parere. E ha diffuso il seguente comunicato stampa:


Abbiamo richiesto al Prefetto di verificare la legittimità del rilascio di atti che richiedano un lavoro di ricerca ed elaborazione dati da parte degli uffici comunali, la fornitura di migliaia e migliaia di copie di atti e documenti che impegnano giornate intere dei dipendenti comunali, la richiesta delle copie di mail informali e non protocollate tra dipendenti comunali, avvocati e professionisti in genere, atti interni di carattere endo-procedimentale ad uso degli uffici per la gestione e l’istruttoria di pratiche/atti , la richiesta di accesso illimitato ai contenuti informatici dell’ente e la richiesta di informazioni legate alla privacy, allo stato di insolvenza, condizione e stato di salute di singoli cittadini e famiglie.

Tenendo conto che il Regolamento comunale vieta l’utilizzo dei dipendenti comunali per ricerche ed elaborazioni di dati e vieta la diffusione di dati, riguardanti i cittadini e la loro privacy, abbiamo sospeso l’accesso agli atti del consigliere Pedata in attesa che il Prefetto definisca l’ammissibilità delle richieste e definisca  linee guida per un corretto diritto di accesso. Non si possono utilizzare dati riservati e tutelati dalla privacy ai fini di una strumentalizzazione partitica. Il Consigliere se ne deve fare una ragione. Al momento non abbiamo ancora avuto una risposta dalla Prefettura.

1 commenti

Stefano Pedata :
a seguito delle dichiarazioni del Sindaco riportate nel seguente articolo preciso quanto segue : Il diritto di accesso agli atti da parte di un Consigliere Comunale è assicurato dalla Legge 241/90 e rinforzato dalla norma speciale di cui all’art. 43 c. 2 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267. “I Consiglieri Comunali hanno diritto di ottenere dagli uffici del Comune, nonché dalle loro aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all'espletamento del proprio mandato. La norma accorda al Consigliere Comunale un diritto pieno e non comprimibile atteso che la speciale normativa, che detta il diritto di accesso dei consiglieri comunali non prevede alcun limite nemmeno a tutela di esigenze di riservatezza, fermo restando, tuttavia, il dovere per i consiglieri medesimi di mantenere il segreto "nei casi specificamente determinati dalla legge" (così TAR SARDEGNA, SEZ. II - sentenza 30 novembre 2004, n. 1782). L'unico vincolo per un Consigliere Comunale è quindi la riservatezza dei dati, ove previsto dalla legge, quindi nel caso specifico il Sindaco non può impedire l'accesso agli atti motivando un generico “diritto alla privacy” che comunque non si applica ai Consiglieri Comunali essendo Amministratori Comunali. Inoltre il Sindaco ha dichiarato la sospensione degli atti appellandosi al Art.33 del Regolamento del Consiglio Comunale che recita:"Convocazioni Ordinarie:Il consiglio comunale si riunisce in adunanza ordinaria , convocata dal Sindaco, ogniqualvolta ciò sia necessario per l'espletamento delle funzioni previste dalla legge, dallo Statuto e dai regolamenti comunali" Chiedo al Sindaco cose c'entrano le convocazioni ordinarie del Consiglio Comunale con la sospensione del diritto di accesso agli atti da parte di un Consigliere Comunale. Credo che quanto dichiarato dal Sindaco sia assolutamente illegittimo ed inoltre non attinente con la decisione presa. In merito all'elenco dei residui attivi (imposte/tasse non pagate) richiesto ,riferito agli ultimi dieci anni, il Sindaco dovrebbe sapere che l'amministrazione comunale è già in possesso delle informazioni richieste altrimenti non potrebbe ridirigere il bilancio contabile annuale ed il Sindaco non avrebbe avuto i dati contabili per poter dichiarare che ci sono 7 milioni (euro) di evasione. L'accesso agli atti richiesto prevede il recupero delle informazioni tramite il programma di contabilità richiedendo solo un tempo minimo di elaborazione e stampa dei risultati in formato cartaceo od elettronico. Non si tratta quindi di fornire "tonnellate" di carta ,come dichiarato dal Sindaco, inoltre le leggi impongono l'informatizzazione dell'amministrazione pubblica già a partire dalla normativa statale fin dal 1997 (articolo 15 comma 2 legge 15 marzo 1997 n. 59) fino ad arrivare all’articolo 42 d. lgs 7 marzo 2005 n. 82 (Codice dell’Amministrazione digitale) e (il D.L. 201/2011 (art. 29-bis), il D.L. 5/2012 (artt. 6-ter, 47-quinquies e 47-sexies) e il D.L. 179/2012 ) I processi di gestione cartacea dei documenti, infatti, sono caratterizzati da eccessiva onerosità, difficoltà di condivisione e archiviazione, mancanza di trasparenza, tempi di ricerca elevati, facilità di errori, smarrimenti, perdite ed altre più o meno costose inefficienze. Chiedo al Sindaco di rispettare le leggi riferite ai diritti dei Consiglieri Comunali ricordando che nella seduta del Consiglio Comunale del 28 Novembre 2014 è stata approvata all'unanimità la carta di Avviso pubblico (codice etico), come forte impegno alla massima trasparenza amministrativa. Smentisco inoltre categoricamente quanto dichiarato dal Sindaco agli organi di stampa in quanto le richieste di accesso agli atti sospese non riguardano assolutamente la volontà di conoscere lo stato di salute di cittadini (certificati medici ,radiografie od altro) o comunicazioni (mail) tra l'amministrazione e soggetti terzi legate ad attività pubbliche, anche se tali comunicazioni, ricadrebbero nel diritto del Consigliere Comunale. Inoltre è stata richiesta la possibilità di accedere al protocollo generale ed al programma di contabilità in sola consultazione e non un accesso generico ed illimitato ai sistemi informatici come ha dichiarato il Sindaco . A tal proposito il Prefetto si è già espresso positivamente sulle richieste avanzate da Consiglieri Comunali di altri Comuni Brianzoli (Es.Varedo) quindi il Sindaco dovrebbe sapere che quanto richiesto rientra nei diritti del Consigliere Comunale. Reputo strumentali ed illegittime tutte le giustificazioni addotte dal Sindaco al fine di impedire la possibilità ad un Consigliere Comunale di svolgere il proprio mandato di controllo dell'attività amministrativa. In qualità di Consigliere Comunale intraprenderò le azioni al fine di tutelare i diritti violati. | mercoledì 20 maggio 2015 12:00 Rispondi