La protesta di "Noi per Busnago": no ai rifiuti da fuori regione

BUSNAGO - Il gruppo "Noi per Busnago" preoccupato per le conseguenze del decreto "Sblocca Italia": potrebbe vanificare la progressiva dismissione degli impianti di incenerimento rifiuti annunciata dalla Regione Lombardia.

Una raccolta firme per dire no all'arrivo da fuori regione. E' quella promossa dal gruppo "Noi per Busnago" che è sceso in piazza per far sentire la sua voce e per sensibilizzare i cittadini.

Il rischio paventato dal gruppo deriva dal decreto "Sblocca Italia", più precisamente dall'articolo 35, che interviene sui programmi regionali e rende di difficile attuazione la progressiva dismissione degli impianti di incenerimento annunciata dal Pirellone. Il gruppo "Noi per Busnago" lo spiega con un comunicato diffuso alla stampa:


Il Gruppo NoiperBusnago decide ancora una volta di adoperarsi per sostenere la petizione popolare condotta dalla Rete Rifiuti Zero e molte associazioni, per dire "No ai rifiuti da fuori Regione". Nelle scorse settimane abbiamo raccolto le firme contro l’articolo 35 della legge N. 164 del 11.11.2014 (Sblocca Italia), che, rende difficile a Regione Lombardia perseguire gli obiettivi dichiarati di progressiva dismissione dei propri impianti di incenerimento.

Purtroppo l’articolo 35 della legge N. 164 del 11.11.2014 (Sblocca Italia), intervenendo anche sui programmi regionali, rende difficile a Regione Lombardia perseguire gli obiettivi dichiarati di progressiva dismissione dei propri impianti di incenerimento.

Definendo, infatti, gli inceneritori come “infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale”, l’articolo 35 prevede per gli inceneritori lombardi un bacino di conferimento non più limitato a livello locale, bensì a livello nazionale fino alla completa saturazione delle possibilità tecniche di incenerimento (pieno regime) e al comma 6 impone alle Regioni con più impianti come la Lombardia il trattamento di rifiuti urbani prodotti in altre Regioni.

L’applicazione dell’articolo 35 comporta, di fatto, nel territorio lombardo un ulteriore innalzamento dell’inquinamento atmosferico derivante dall’aumento della combustione dei rifiuti provenienti da altre regioni (metalli pesanti, diossine, particolato ultrafine).Un consistente aumento dei rifiuti da bruciare, azzererebbe l’impegno profuso finora dai cittadini virtuosi lombardi che nella raccolta differenziata hanno raggiunto percentuali superiori anche a quelle richieste dalla UE,con gravi ricadute per la salute.

Ognuno deve dare il suo contributo per la tutela della nostra salute e per dire no a nuovi rifiuti da bruciare anche nel vicino inceneritore di Trezzo.