Corti: "La diossina ha tolto tanti sogni a me e ad altri bambini"
DESIO - La città era una delle quattro realtà più pesantemente coinvolte dal disastro diossina. E il sindaco, nel quarantesimo anniversario dell'evento dell'Icmesa, nella giornata del 10 luglio ha voluto raccontare la sua personale testimonianza
Quarant'anni fa, da bambino, per lui probabilmente il nome diossina non voleva dire granché. Era qualcosa di indefinibile, di cui sentiva parlare in casa, cercando forse di capirci qualcosa. Roberto Corti, sindaco di Desio, nel quarantesimo anniversario dell'incidente dell'Icmesa racconta quello che è stato per lui questa vicenda.
Il primo cittadino, nella giornata del 10 luglio, ha voluto fare pubblicamente un intervento su Facebook per raccontare la sua testimonianza e il suo personale "rapporto" con la diossina:
I miei genitori, dopo qualche giorno dall'uscita della nube tossica della diossina, quando la notizia divenne ufficiale, ricostruirono che, quando il disastro avvenne, io ero fuori a giocare sotto gli alberi con i miei amici. Certo la mia vita non è stata stravolta come quella di chi abitava attorno all'Icmesa, ed i miei quattro anni non mi permettevano di realizzare cosa stava succedendo, ma la mia infanzia di bambino che abitava a cavallo della zona B e di rispetto ne è stata condizionata per quello che per me allora erano le cose importanti: giocare nei campi, andare in campagna, fare le capanne e tutte quelle cose che per mio fratello ed i bambini più grandi erano state normali ma che per la mia generazione rimasero per tanti anni un sogno mai realizzato.
Il primo cittadino, nella giornata del 10 luglio, ha voluto fare pubblicamente un intervento su Facebook per raccontare la sua testimonianza e il suo personale "rapporto" con la diossina:
I miei genitori, dopo qualche giorno dall'uscita della nube tossica della diossina, quando la notizia divenne ufficiale, ricostruirono che, quando il disastro avvenne, io ero fuori a giocare sotto gli alberi con i miei amici. Certo la mia vita non è stata stravolta come quella di chi abitava attorno all'Icmesa, ed i miei quattro anni non mi permettevano di realizzare cosa stava succedendo, ma la mia infanzia di bambino che abitava a cavallo della zona B e di rispetto ne è stata condizionata per quello che per me allora erano le cose importanti: giocare nei campi, andare in campagna, fare le capanne e tutte quelle cose che per mio fratello ed i bambini più grandi erano state normali ma che per la mia generazione rimasero per tanti anni un sogno mai realizzato.
La diossina è stata tante cose negative ed anche alcune positive, come la direttiva Seveso che dal disastro è scaturita ed ha reso più sicuri gli impianti industriali.
Oggi per molti di noi rischia di rimanere un ricordo sbiadito ma la realtà delle cose ci dice che una intera generazione ha subito uno stravolgimento del proprio sogno di vita.
A noi fare tesoro della storia soprattutto oggi che qualcuno questa storia vuole farla risorgere dalle fosse in cui era stata messa a riposare....per sempre!