Aveva salvato dall'annegamento una donna e la sua bambina di sette mesi finite nel Naviglio Grande. Si era tuffato senza esitazione, portandole a riva entrambe e praticando le prime manovre di rianimazione che avevano permesso alle due di sopravvivere. Stefano D'Amico, quarantunenne di Garbagnate Milanese, medico in servizio all'ospedale di Legnano, da ieri è Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. E' una delle quaranta persone che il Presidente Sergio Mattarella ha voluto insignire dell'onorificenza per gesti compiuti.

Quello di D'Amico risale al 26 agosto. Stava facendo footing nella zona di Bernate Ticino, lungo l'Alzaia del Naviglio grande, quando richiamato dalle grida si è accorto di una donna finita in acqua con la bicicletta e con la figlia di sette mesi legata al seggiolino. Stavano annegando.

Arrivato di corsa sul posto, si è lanciato in acqua senza pensarci due volte. Ha riportato entrambe a riva e, da ottimo medico specializzato in anestesia e in rianimazione, ha iniziato le prime manovre salvavita in attesa dell'arrivo dell'automedica e dei soccorritori del 118.

A quel punto il cuore della bambina aveva ormai ripreso a battere, era fuori pericolo. E lui, nel rispetto del lavoro dei colleghi, si è fatto da parte come se fosse una persona qualunque. Lontano dai riflettori. In disparte ha assistito all'arrivo dell'elisoccorso che ha poi portato la bambina alla clinica pediatrica De Marchi di Milano per i successivi accertamenti.

Il suo gesto, però, non è passato ai più: tutti colpiti dal suo slancio. D'Amico, però, ha sempre rifiutato l'etichetta di medico eroe tenendosi lontano dai riflettori. A ricollocarlo nel posto giusto ci ha pensato il Presidente della Repubblica con la cerimonia di ieri. Cavaliere della Repubblica, finito su tutta la stampa nazionale. Il suo gesto di altruismo dev'essere un esempio per tutti.