Medico eroe: si tuffa nel Naviglio e salva la bambina di sette mesi che sta annegando
GARBAGNATE MILANESE - Abita in città Stefano D'Amico, il medico eroe che martedì pomeriggio, mentre stava facendo footing a Bernate Ticino, si è gettato nel Naviglio per salvare una donna con la bimba di sette mesi ancora legata al seggiolino della bicicletta. Intervento provvidenziale e tempestivo
Con la professione che svolge ha contribuito a salvare tante persone. Ma l'intervento di martedì pomeriggio, di certo, non se lo sarebbe mai aspettato nemmeno lui. Non era sul lettino di una sala operatoria, bensì nel fiume: ma Stefano D'Amico, quarantunenne medico anestesista e rianimatore dell'ospedale di Legnano, residente a Garbagnate Milanese, tuffandosi nel fiume se l'è cavata egregiamente. E' grazie a lui che una bambina di soli sette mesi può continuare a vivere.
D'Amico stava facendo footing nella zona di Bernate Ticino, quando all'improvviso ha sentito delle grida. Una donna era finita nel Naviglio Grande con la sua bicicletta a cui era ancora saldamente legata la bambina di sette mesi.
Il medico, senza esitare, si è lanciato in acqua. Ha aiutato la donna e trascinato la bicicletta fuori dall'acqua. Poi, vista la sua competenza e la necessità di intervenire senza perdere tempo, ha iniziato le manovre di rianimazione. Si è fatto da parte quando è arrivata l'automedica con i volontari del 118, ma ormai grazie a lui il cuore della bambina aveva iniziato a battere.
La bambina è stata poi portata con l'elisoccorso alla clinica pediatrica De Marchi di Milano. Ora è fuori pericolo.
Così come si è fatto da parte in quel momento, lasciando lavorare i colleghi intervenuti, il medico eroe si è defilato anche nelle ore successive. Limitandosi a dichiarare alla stampa che si è tuffato d'istinto e che le manovre di rianimazione avanzata sono state eseguite dal personale del 118. Forse è vero: ma senza il suo tuffo nel fiume e senza il suo primo intervento, l'arrivo dei soccorritori si sarebbe rivelato inutile.
D'Amico stava facendo footing nella zona di Bernate Ticino, quando all'improvviso ha sentito delle grida. Una donna era finita nel Naviglio Grande con la sua bicicletta a cui era ancora saldamente legata la bambina di sette mesi.
Il medico, senza esitare, si è lanciato in acqua. Ha aiutato la donna e trascinato la bicicletta fuori dall'acqua. Poi, vista la sua competenza e la necessità di intervenire senza perdere tempo, ha iniziato le manovre di rianimazione. Si è fatto da parte quando è arrivata l'automedica con i volontari del 118, ma ormai grazie a lui il cuore della bambina aveva iniziato a battere.
La bambina è stata poi portata con l'elisoccorso alla clinica pediatrica De Marchi di Milano. Ora è fuori pericolo.
Così come si è fatto da parte in quel momento, lasciando lavorare i colleghi intervenuti, il medico eroe si è defilato anche nelle ore successive. Limitandosi a dichiarare alla stampa che si è tuffato d'istinto e che le manovre di rianimazione avanzata sono state eseguite dal personale del 118. Forse è vero: ma senza il suo tuffo nel fiume e senza il suo primo intervento, l'arrivo dei soccorritori si sarebbe rivelato inutile.
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