Colombo: "Medaspan? Un wafer di cemento con attività commerciali. Salverà il centro?"

MEDA - Alberto Colombo, capogruppo consiliare della lista "Sinistra e Ambiente", esprime tutte le sue perplessità riguardo al progetto di riqualificazione dell'area ex Medaspan: riguardano non soltanto la scelta di dare spazio all'attività commerciale, ma anche il rischio diossina.

Le perplessità sul progetto le ha sempre avute e le ha sempre manifestate. La critica, naturalmente, non riguarda gli estensori del piano che devono fare l'interesse di chi ha commissionato il lavoro, bensì la scelta politica che vi sta alla base. Alberto Colombo, capogruppo di Sinistra e Ambiente in Consiglio comunale, ribadisce la sua contrarietà all'intervento sulla ex Medaspan.

E oltre a sollevare il problema dell'opportunità, lancia anche un avvertimento: occhio che l'area era stata inserita nella zona di rispetto ai tempi della diossina. Tutte le osservazioni di Colombo qui di seguito nel comunicato che ha consegnato alla stampa:


GSV ossia Grande Superficie di Vendita, insediamento commerciale, complesso commerciale, galleria commerciale ma anche città del gusto, galleria del gusto, galleria commerciale, sono alcune tra le diciture che si possono trovare nei documenti che sono stati pubblicati sul sito del comune di Meda: dove appare evidente come la variante parziale prevista per l'ambito di trasformazione At1 (ex Medaspan), sui 44624 mq della proprietà, sia in fase avanzata.

Gli elementi del progetto predisposto dalla Pabel spa, e sponsorizzato dalla giunta di Caimi, sono quelli di una struttura a "wafer" su tre livelli fuori terra pari a 19.900 mq per una Superficie Lorda di Pavimento di 25500 mq.

Cosa verrà realizzato? Il cuore del progetto è la parte commerciale ai quali si aggiunge un albergo da 60 stanze e aree per "fitness" e  "benessere".
 
E il resto ? Il resto sono parcheggi pubblici (22.200 mq complessivi, di cui 9460mq interrati) pertanto con una previsione di 880 posti auto, evidentemente pubblici ma solo ad uso degli spazi commerciali, e parcheggi privati (altri 218 posti auto) aree cedute e aree a standard nonchè 14.500 mq utili per una "zona verde" con a corollario e a confine 2 rotatorie e la viabilità di servizio all'edificio, fatto questo che la rendono residuale e con uno scarsa opportunità di rinaturalizzazione fruibile.

Oltre al fatto che questo intervento non punta certo all’interesse pubblico, è l’analisi ambientale quello che preoccupa di più: possibile che nessun tecnico e amministratore si ricordi che l'area ex Medaspan fu inserita all’interno della ZONA R (di rispetto) conseguentemente al disastro Icmesa e alla fuoriuscita di diossina TCDD.
 
Nel "rapporto ambientale" redatto dagli uffici comunali questo aspetto non è proprio stato preso in considerazione. Fare qualche analisi precauzionale sulle concentrazioni di Diossina nel terreno? 

Ma anche la stessa pregressa attività della Medaspan avrebbe dovuto indurre ad una maggiore attenzione e si parla genericamente di qualche ipotetica vasca o serbatoio interrato di cui vedremo poi cosa succederà. 
Anche la proprietà ha presentato una indagine preliminare della qualità dei terreni non approfondita.
 
Questo progetto, che ha molte similitudini con quello presentato nel 2008 (giunta Asnaghi), anche se allora attorno alla struttura commerciale era prevista una multisala e non l’albergo, è solo Caimi riesce a ripetere che "non si tratta di un centro commerciale". Eppure analizzate la documentazione e traetene le debite conclusioni 
 
Ricordiamo che nel 2005 ben 1216 cittadini firmarono una petizione per dire no proprio a quello che si configurava come un centro commerciale.
 
Mentre in altri paesi europei il recupero di aree dismesse, anche di proprietà privata, passa da concorsi di idee pubblici e trasparenti che mettano al centro l’interesse pubblico dell’intervento, a Meda ci si rassegna ed accoda a progetti elaborati dalla proprietà (evidentemente per la propria finalità speculativa) cercando di spacciarli per "innovativi" anche se a base del solito ingiustificato e non richiesto terziario e commerciale.

Ora sembra più chiaro il motivo per cui nel 2012 la giunta condusse il gruppo consiliare del Pd ad approvare il PGT elaborato dalla Lega mantenendo gli Ambiti di Trasformazione: sull'At1 ora è sufficiente una "Variante parziale" per ridefinire il Piano Attuativo sull'area e per l'AC4 si può procedere dopo la sua adozione alla successiva approvazione. Il tutto senza nemmeno passare dal Consiglio Comunale. 
 
Stralciare gli AT così come chiedeva di fare Sinistra e Ambiente, voleva dire fermare il consumo di suolo con la possibilità di ridiscutere con una variante "pulita" e partecipata anche i contenuti dell'At1.
 
Ma per Caimi, il "wafer" di cemento con tanto di "attività commerciale" è l’unica a soluzione per Meda. Ma sarà anche la soluzione per la rinascita dei negozi di prossimità in centro o sarà la loro pietra tombale?