Incontro con il Comandante Alfa: anche in Brianza corsi anti aggressione con il team del fondatore dei Gis
MEDA - Le donne brianzole potranno stare più tranquille. Anche qui da noi partiranno i corsi antiaggressione curati dal fondatore del Gis, il Gruppo d'Intervento Speciale dei Carabinieri. Lo ha annunciato ieri il Comandante Alfa durante l'incontro pubblico nella sala civica
Arriveranno anche in Brianza i corsi antiaggressione riservati alle donne organizzati dal Comandante Alfa e dalla sua squadra. L’annuncio – sedi e date sono ancora da definire – è stato fatto ieri sera a Meda in occasione dell’incontro con il Comandante Alfa, uno dei fondatori dei Gis, organizzato in Sala Civica dalla sezione cittadina dell’Associazione nazionale carabinieri in congedo guidata dal maresciallo Giovanni Civitillo.
Corsi che permetteranno alle donne di imparare a difendersi e soprattutto a muoversi nei luoghi particolarmente affollati e potenzialmente pericolosi come i centri commerciali, e imparando che cosa devono fare e dove devono guardare per esempio prima di sedersi al cinema.
La serata ha avuto un grandissimo successo: sala strapiena, tantissimi partecipanti non solo appartenenti alle Forze dell’Ordine. Grande curiosità e attenzione ascoltando il racconto del Comandante Alfa componente fin dalla sua fondazione del Gruppo intervento speciale dell’Arma dei Carabinieri.
Un racconto intenso, appassionato, ripercorrendo la sua biografia scritta nel libro “Cuore di rondine” e aspettando a breve l’uscita del prossimo libro in uscita il 18 aprile dal titolo “Io vivo nell’ombra” il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza ai bambini ricoverati all’Ospedale Sant’Anna di Como.
Occhi fissi su quel volto coperto dal mefisto (per motivi di sicurezza non può rivelare la sua identità) ascoltando quel racconto pieno di entusiasmo e di emozioni. “Ringrazio l’Arma per avermi concesso una vita professionale entusiasmante – ha spiegato – Carabinieri si è sempre, non si va mai in pensione se non quando si raggiunge il Cielo. Gli alamari sono cuciti nei nostri cuori”.
Una vita a servizio delle Benemerita, della Patria, dei più bisognosi. Una vita cambiata radicalmente per quel carabiniere nato a Castelvetrano – il paese ironia della sorte del super latitante Matteo Messina Denaro – paracadutista del Tuscania che nel 1977 venne ingaggiato insieme a pochi altri colleghi per dare vita a questo speciale reparto.
Un reparto super addestrato, che interviene nei momenti di emergenza dove in pochi entrano e da dove nessuno – se non per motivi fisici o personali – vuole andare via.
“I Gis sono persone normali che hanno avuto la fortuna di entrare in quel reparto – ha proseguito – Uno dei più efficienti tanto anche dall’estero vengono ad imparare da noi”.
Tanti i ricordi, belli e tristi che hanno costellato la lunga carriera del Comandante Alfa.
“Il più triste è Nassirya dove ha perso la vita il collega e amico Enzo Fragosi – ha aggiunto – Poi il ricordo gioioso della liberazione della piccola Patrizia Tacchella. Aveva 8 anni e quando andammo a liberarla le dissi di non avere paura che eravamo i carabinieri e le lei mi rispose “Ti aspettavo”. E poi ancora la liberazione di un altro ostaggio, Cesare Casella, sull’Aspromonte dopo un mese intenso di ricerche. E ancora quella volta che arrestammo un noto camorrista e lui ci chiese persino l’autografo onorato di essere stato catturato da noi”.
Una carrellata di ricordi, emozioni, vita piena di sacrifici dove un ruolo fondamentale lo hanno avuto gli affetti familiari e valori trasmessi dai genitori e dall’amato nonno.
Il tutto racchiuso nel suo primo libro “Il cuore di rondine” il cui ricavato va all’Opera nazionale di assistenza per gli orfani dell’Arma dei Carabinieri.
“Con questo libro ho voluto ringraziare l’Arma – ha ricordato – Ma anche tutti i ragazzi del reparto il cui sostegno è sempre stato fondamentale. E poi un grazie ai miei genitori che mi hanno cresciuto nei valori della legalità, dell’onestà e della giustizia. E un grazie poi a mia moglie che come me è sempre vissuta nell’ombra. Una donna eccezionale, colonna della famiglia”.
Un messaggio poi ai giovani. Una sferzata di energia, coraggio e motivazione. “Non esistono obiettivi irraggiungibili – ha aggiunto – Non bisogna mollare mai”.
Lo sanno bene i ragazzi dei Gis. “Attesa, pazienza, tenacia e fermezza – ha proseguito – Essere sempre pronti a partire in ogni momento”.
Il rapporto con la paura? “Riusciamo a convivere con la paura – ha precisato – C’è una linea di non ritorno, c’è un silenzio e un odore particolare che si respira prima di ogni intervento. Compiamo un gesto scaramantico e sappiamo che ciascuno è disposto a morire per salvare il collega. Alla paura poi ci si abitua anche durante gli addestramenti”.
Un rimpianto? “Due – ha spiegato – Non avere visto crescere i miei figli, sperando adesso di recuperare con i nipoti, e non essere riuscito ad arrestato Matteo Messina Denaro”.
E infine un occhio al mondo di oggi, a un terrorismo diverso da quello che portò alla nascita dei Gis.
“Dopo l’11 settembre tutto è cambiato – ha concluso – C’è in atto anche una guerra psicologica, non dobbiamo abbandonare le nostre abitudini. In Italia stiamo lavorando parecchio, naturalmente non esiste il rischio zero. Spero che i Gis non debbano intervenire mai”.
Barbara Apicella
(foto: New Photo Volpi di Volpi Emanuele)
Barbara Apicella
(foto: New Photo Volpi di Volpi Emanuele)
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