Nella città del mobile la protesta provinciale contro Federlegno
MEDA - Venerdì mattina i lavoratori del comparto del legno, provenienti da tutta la provincia, si sono dati appuntamento in città. Lo scopo era quello di far sentire la loro voce contro le richieste avanzate da Federlegno in sede di rinnovo del contratto nazionale
Sono arrivati a Meda da tutta la provincia di Monza e Brianza per far sentire la loro voce: venerdì i lavoratori del comparto legno hanno manifestato anche in Brianza, unendosi ai colleghi che sono scesi in piazza in altre città della Lombardia. Otto ore di sciopero contro le posizioni definite "ostili e avverse" manifestate da Federlegno durante le trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro.
Dopo 12 mesi dall'invio della piattaforma, 9 mesi di trattativa, 11 incontri e dopo 7 mesi dalla scadenza del precedente Ccnl - spiegano Giuseppe Mancin (Feneal Uil), Armando Busnelli (Filca Cisl) e Ivan Comotti (Fillea Cgil) - non è possibile porre condizioni capestro per rinnovare il contratto. La richiesta di 140 annue ore di flessibilità lavorando il sabato e la domenica ( oltre alle 250 ore di straordinario a disposizione), la richiesta di poter far funzionare le fabbriche con il 65% di lavoratori precari, lo svuotamento della contrattazione aziendale, la richiesta di non definire nessuna cifra di aumento salariale ma solo di definire il principio degli riallineamenti annuali di eventuali futuri aumenti. Narrano la non volontà di sottoscrivere il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro".
I sindacati, sottolineano che è possibile rispettare i propri dipendenti coniugando le ragioni del lavoro con quelle del mercato , partendo dal presupposto che le parti si confrontano in modo paritario, non dal presupposto che un soggetto decide e l'altro esegue.
"Le Lavoratrici e i Lavoratori - commentano i responsabili delle sigle sindacali - fuori dalle fabbriche hanno una vita privata, devono educare e cresce i figli, pagare i mutui, le bollette, le imposte e badare ai genitori. Con le condizioni poste da Federlegno, queste cose saranno impossibili. La gestione dei picchi e dei flessi di produzione la si definisce a livello di fabbrica, il consolidamento occupazionale ( che determina la lotta alla precarizzazione sociale e lavorativa) lo si discute in azienda. Il rinnovo del contratto nazionale deve prevedere gli aumenti salariali, altrimenti costituisce un ossimoro sindacale che non saremmo mai in grado di condividere".
Nel territorio di Monza e Brianza i luoghi per far la protesta sono stati fissati alla Cassina SpA in via Busnelli, alla Minotti in via Indipendenza. E, dalle 10 alle 12, un comizio in largo della Resistenza nel pieno centro della città, tenuto a nome unitario dalla Segreteria nazionale Filca.
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