Allievi: "Roberta Miotto? Chi è causa del suo mal pianga se stesso"
SEVESO - Dopo lo sfogo di Roberta Miotto, ecco la replica di Luca Allievi: il capogruppo della Lega Nord era uno dei destinatari delle accuse dell'ex assessore alla Cultura che, esasperata dalla situazione, all'inizio del mese di maggio aveva rassegnato le dimissioni.
"L'unica vera causa di quanto è accaduto a Roberta Miotto è Roberta Miotto". Luca Allievi, capogruppo della Lega Nord in Consiglio comunale nonché segretario della sezione cittadina, replica così allo sfogo dell'ex assessore alla Cultura che ha rassegnato le dimissioni all'inizio del mese di maggio.
Allievi, che rinuncia a esprimere commenti sulle divisioni interne alla maggioranza, risponde punto per punto a ciò che Miotto aveva dichiarato nei suoi confronti. Tutta la replica qui di seguito in versione integrale:
In seguito alle deliranti affermazioni dell'ex assessore alla cultura, Roberta Miotto, è necessario puntualizzare quanto segue.
Allievi, che rinuncia a esprimere commenti sulle divisioni interne alla maggioranza, risponde punto per punto a ciò che Miotto aveva dichiarato nei suoi confronti. Tutta la replica qui di seguito in versione integrale:
In seguito alle deliranti affermazioni dell'ex assessore alla cultura, Roberta Miotto, è necessario puntualizzare quanto segue.
L'ex assessore Miotto si attribuisce, a suo dire, e con uno spiccato delirio di onnipotenza, il merito di tutte le iniziative organizzate durante il periodo in cui il sottoscritto è stato assessore, adducendo il fatto che lei era sempre presente in comune mentre io no. Niente di più falso. Miotto era una collaboratrice come altri, che, una volta ricevuto il mio via libera sulle iniziative culturali da organizzare, e, soprattutto, dopo che il sottoscritto metteva a disposizione le risorse economiche, le portava avanti con estrema autonomia. Personalmente, non ho mai creduto all'accentramento di tutti i ruoli in un'unica persona, perché producono inefficienze e mala organizzazione. Se Roberta Miotto ha scambiato questa libertà di azione, che le avevo concesso, come un'abdicazione delle mie deleghe nei suoi confronti, questo è un fraintendimento tutto suo personale che non ha alcuna ragionevole giustificazione.
Per quanto riguarda la mia presenza in Comune: avendo il sottoscritto un lavoro, a differenza dell'ex assessore Miotto (che, ricordiamolo, non ha mai prodotto alcun tipo di documentazione reddituale antecedente la propria carica assessorile, nemmeno ai fini della trasparenza amministrativa tanto decantata), non serviva stare in Comune dalla mattina alla sera se dei propri fidati collaboratori, con più tempo libero, potevano aiutarmi nell'organizzazione di eventi (e, tra l'altro, ricordiamoci che non spetta all'assessore organizzare materialmente gli eventi, ma spetta alla struttura comunale e/o agli eventuali collaboratori, come era Roberta Miotto).
Inoltre, secondo l'ex assessore Miotto, preda del proprio delirio di onnipotenza, il sottoscritto avrebbe addirittura deciso di non rinunciare alla carica di consigliere comunale, "per ritirarsi a vita privata", grazie ad una sua personale intercessione. Fino a prova contraria, non ho ancora bisogno di un tutore che mi dica cosa devo o non devo fare.
Capitolo "Sbandando". Ribadisco che cancellare quella fortunata rassegna musicale per giovani band è stata una scelta scellerata dell'ex assessore Miotto. Dire che la kermesse musicale fosse ormai moribonda e senza finanziamenti è dire una stupidaggine. La rassegna attraeva giovani perfino da fuori Lombardia e, per quanto riguarda il reperimento dei fondi per organizzarla, che cosa ci sta a fare un assessore se non sa lottare con i propri colleghi di giunta per ottenere gli stanziamenti necessari per le proprie iniziative?
Il fallimento dell'esperienza di Roberta Miotto come assessore alla cultura del comune di Seveso sta nel non aver capito che non si può avere e mantenere un conflitto di interessi quando si ricopre una carica pubblica. Il tentativo maldestro di cercare di difendere quella rendita di posizione ha di fatto logorato la sua immagine verso la cittadinanza e verso gli stessi partiti (PD e Lista Civica) che, all'inizio, la sostenevano.
Il fallimento dell'esperienza di Roberta Miotto come assessore alla cultura del comune di Seveso sta anche, purtroppo, nella sua incapacità di capire quale è il vero ruolo di un assessore e quali sono i compiti/doveri nei confronti della cittadinanza. Ha pensato di poter gestire l'assessorato così come quando organizzava gli eventi sotto la mia gestione, e cioè, pensare solamente a quei due/tre eventi che la interessavano direttamente o che coinvolgevano direttamente la sua associazione culturale. Ma essere assessore significa dover fare di più. Non ci si deve limitare all'aspetto
organizzativo degli eventi, ma ci deve essere anche la pianificazione strategica e futura, a 360 gradi, coinvolgendo tutti, e ci deve anche essere l'interazione continua con TUTTE le realtà dell'associazionismo culturale del territorio per far sì che siano sempre messe nelle condizioni di poter lavorare al meglio, far sì che non si sentano abbandonate e quindi, alla fine, evitare che muoiano, come invece è purtroppo accaduto a diverse realtà associazionistiche, proprio sotto la gestione Miotto.
In conclusione, evitando di toccare le evidenti beghe interne alla maggioranza Butti che hanno caratterizzato tutta questa vicenda e che francamente ora non mi interessano (alla versione secondo cui le dimissioni della Miotto siano state spontanee non crede proprio nessuno, anche perché gli "spifferi" di maggioranza ci sono, eccome), l'unica vera causa di quanto accaduto a Roberta Miotto è Roberta Miotto.
L'unica vera causa è da ricercarsi esclusivamente nel comportamento che lei stessa ha tenuto nei confronti di tutta quanta la cittadinanza di Seveso.
Luca Allievi