Briantea84: un po' di emozione, poi la trasferta a Roma è solo una formalità

SEVESO - Gli ex pagano un po' l'emozione iniziale, quella di trovarsi di fronte i vecchi compagni e il pubblico che li ha visti trionfare più volte. Poi la Briantea84 inizia a macinare il suo gioco e la trasferta a Roma contro il Santa Lucia si conclude con un'agevole vittoria

La storia non si ferma. Così recita uno striscione appeso sui muri della Fondazione Santa Lucia. Una grande verità. La UnipolSai si aggiudica il match più delicato della stagione per 77-46, ma quello che ci sta attorno vale molto di più. Che Roma-Cantù non si limitasse a essere una pallida copia degli epici scontri di una volta, un po’ lo si sospettava. Era fisicamente e sentimentalmente impossibile. Il Santa Lucia, nuovo, talmente nuovo che ancora deve imparare a conoscersi e un po’ anche a scoprirsi, ha dato tutto. Come succede sempre quando davanti sventola la bandiera biancoblù.

Sull’altro fronte, quello dei Campioni d’Italia, un senso di straniamento, insieme alla difficoltà di unire nella testa l’immagine attuale con i ricordi del passato, uno puzzle che non sta insieme. Così per un quarto si sono visti gli inseguimenti di una volta, quel senso di “adesso scappano via e non li vediamo più”. Solo che stavolta – per mezzi e costruzione differente – la UnipolSai ha imposto la sua strada ed è volata via. 

“Un rientro a casa - afferma Marco Bergna, allenatore dei brianzoli - non è mai facile, sicuramente non lo è stato per i ragazzi che oggi vestono la nostra maglia e fino a ieri erano a Roma. Avere il tricolore sul petto è una sensazione che va metabolizzata. Le emozioni hanno giocato un brutto scherzo, questa la ragione del 6-2 iniziale. Poi dopo i primi 10’ si è vista la vera Briantea, siamo andati a +30 riuscendo a imporre il nostro gioco, con grinta e determinazione. Finora il campionato è stato dalla nostra parte, abbiamo avuto tre partite facili in cui abbiamo potuto vedere difetti e lacune, lavorare sulla definizione dei dettagli e sull’amalgama, stiamo imparando una nuova difesa e cerchiamo di farci trovare pronti alla sfida che quest’anno si preannuncia più calda, ovvero quella di settimana prossima contro Porto Torres”.

“Incide tanto il cuore, ho giocato qui tre anni, fantastici con tanti amici – ha ammesso Adolfo Berdun, uno degli ex di questa sfida -. Non mi capitava da tanto tempo di provare emozioni simili. All’inizio siamo restati un po’ confusi, non sapevamo che squadra avevamo di fronte, ci sono sempre tanti giocatori forti. Per fortuna. Noi siamo una squadra forte, così come lo è Porto Torres, dobbiamo lavorare ancora tanto ma penso che tra sette giorni sarà una bella sfida. Auguro al Santa Lucia il meglio, sono stati anni incredibili, di molti successi, ora si stanno ricostruendo e spero che piano piano tornino ad essere il club glorioso che è stato in passato”.

Come nelle migliori tradizioni, il primo possesso e anche il primo canestro sono del Santa Lucia, con Cristian Fares. Raddoppiato subito dopo da Marco Stupenengo (4-0). La retina dei biancoblù si smuove con Berdun, ma Fares di nuovo in contropiede punisce i Campioni d’Italia portando il Santa Lucia sul 6-2. Ci pensa il capitano a rimettere in sesto la barca, con canestro più fallo per il 6-5. Un’azione da manuale di Brian Bell decreta il primo vantaggio dei canturini (6-7). Dopo due palle intercettate e di nuovo Stupenengo a segno, arriva perentorio il time out di Bergna (8-9 con 5’ alla prima sirena). La ruota non gira come da attese, il primo cambio radicale della UnipolSai porta in panchina Sagar e Morato, a vantaggio di Santorelli e Raourahi. Ed è proprio quest’ultimo a spingere il gruppo: prima da sotto e poi subendo fallo da Cavagnini (2/2, 10-16). Nell’ultimo minuto, Giulio Papi in campo e Carossino al terzo fallo è costretto a uno stop forzato. È Sagar a far muovere il tabellone per il 10-18 con cui si conclude il primo quarto.

Messa a registro, la UnipolSai riprende con mente sgombra: Berdun la piazza dalla distanza (12-25), mentre Papi trova la sua dimensione, senza paura dei fantasmi del passato (13-31). I brianzoli avanzano, Ruiz in regia distribuisce e la coppia delle torri Sagar-Papi mette a segno (8 punti a testa sui 23 realizzati nel secondo periodo, terminato sul 21-41). Ormai le pressioni sono calate e il vantaggio acquistato non incombe sulla qualità. 

Anche Ruiz si scalda dalla distanza, con una tripla che vale il 49-25, senza i suoi centri in campo, la UnipolSai sperimenta un gioco differente, pensato per il movimento e la spettacolarità. Subisce un po’ in difesa, lasciando a Fares la doppietta del 29-52. Ormai le distanze sono molto ampie, alla fine del terzo quarto il distacco sale a + 27 (29-56). Ultimo periodo sempre in discesa, UnipolSai mai davvero cinica, forse un po’ troppo complicata nella costruzione dei suoi schemi offensivi, alla ricerca di virtuosismi che su questo campo – comunque – difficilmente vengono concessi. La difesa dei canturini nel finale lascia le maglie larghe, permettendo al punto 1.0 romano Mauro Pennino, classe 1969, di trovare exploit vincenti (4 punti in 2’). Ogni canestro dei gialloblù viene festeggiato con un’ovazione, soprattutto nel break finale. Giusto così, chi riparte ha bisogno del tifo più caloroso. 


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