L'ex assessore Miotto: "Sul sito del Comune mi aspettavo almeno un cenno al Giorno del ricordo"
SEVESO - Quando non ha visto un cenno al Giorno del Ricordo sul sito Internet del Comune, l'ex assessore alla Cultura Roberta Miotto non ha trattenuto tutto il suo disappunto. E l'ha espresso pubblicamente. Senza risparmiare una frecciata ai suoi ex compagni della maggioranza.
Per lei i morti non sono mai stati né di destra né di sinistra. E contro le tragedie e le atrocità commesse dall'uomo, ha sempre cercato di proporre iniziative che potessero far riflettere per tenere viva la memoria degli innocenti e ricordare i gesti dei giusti. Per questo motivo l'ex assessore Roberto Miotto nei giorni scorsi non ha esitato a far presente il suo disappunto per l'atteggiamento dell'amministrazione comunale.
"Certo che almeno un cenno... non dico tanto, un piccolo cenno, almeno sul sito del Comune sul Giorno del ricordo almeno me lo aspettavo. Ma forse è chiedere troppo". E, dopo essersi tolta questo sassolino, conclude con una frecciata: "Io ero troppo... già...".
Miotto, che nella Giunta Butti è stata assessore alla Cultura, ricorda che a partire dalla fine del 1944 gli italiani abitanti nella Venezia Giulia e nella Dalmazia subirono violenze di "pulizia etnica" che si prolungarono anche dopo la fine della guerra. Tali violenze, per decenni, furono taciute per ragioni di politica internazionale. Migliaia di innocenti erano stati uccisi e 300.000 persone erano state forzate ad abbandonare i luoghi dove avevano, da sempre, vissuto. E aggiunge: "Al di là della legge 92 del 2004 che ha istituito il Giorno del Ricordo, è essenziale ricordare gli eventi, ascoltare i testimoni dell'esodo, sviluppare il confronto, ricostruire e mantenere valori culturali e identità che fanno parte della storia d'Italia".
Il suo intervento, pubblicato nel gruppo Facebook "Sei di Seveso (City) se...", che ha una notevole risonanza, non è passato sotto silenzio. Tant'è che l'attuale assessore Luigia Caria, cercando di evitare la polemica, ha replicato: "Sul sito del Comune è stata postata foto con tanto di didascalia per non dimenticare gli eventi che tu stessa hai ricordato. Ho verificato che non fosse stata rimossa a distanza di soli due giorni, è ancora lì".
"Certo che almeno un cenno... non dico tanto, un piccolo cenno, almeno sul sito del Comune sul Giorno del ricordo almeno me lo aspettavo. Ma forse è chiedere troppo". E, dopo essersi tolta questo sassolino, conclude con una frecciata: "Io ero troppo... già...".
Miotto, che nella Giunta Butti è stata assessore alla Cultura, ricorda che a partire dalla fine del 1944 gli italiani abitanti nella Venezia Giulia e nella Dalmazia subirono violenze di "pulizia etnica" che si prolungarono anche dopo la fine della guerra. Tali violenze, per decenni, furono taciute per ragioni di politica internazionale. Migliaia di innocenti erano stati uccisi e 300.000 persone erano state forzate ad abbandonare i luoghi dove avevano, da sempre, vissuto. E aggiunge: "Al di là della legge 92 del 2004 che ha istituito il Giorno del Ricordo, è essenziale ricordare gli eventi, ascoltare i testimoni dell'esodo, sviluppare il confronto, ricostruire e mantenere valori culturali e identità che fanno parte della storia d'Italia".
Il suo intervento, pubblicato nel gruppo Facebook "Sei di Seveso (City) se...", che ha una notevole risonanza, non è passato sotto silenzio. Tant'è che l'attuale assessore Luigia Caria, cercando di evitare la polemica, ha replicato: "Sul sito del Comune è stata postata foto con tanto di didascalia per non dimenticare gli eventi che tu stessa hai ricordato. Ho verificato che non fosse stata rimossa a distanza di soli due giorni, è ancora lì".
Dopo l'intervento di qualche cittadino che conferma di averla effettivamente notata la notizia, ecco svelato il problema: mentre la Giornata della memoria di fine gennaio era ancora ben visibile nella homepage, quella indicata da Miotto era a margine del sito, più difficile da trovare. "Una notizia simile inserita in un focus - conclude Miotto - è strana. Va inserita nella pagina iniziale, non nascosta ai più in un sito ormai obsoleto di difficile consultazione".