Seveso lascia Brianza Energia Ambiente e batte cassa: chiede almeno 1,5 milioni
SEVESO - Il sindaco Paolo Butti nei giorni scorsi ha inviato una lettera al presidente del consiglio di amministrazione di Brianza Energia Ambiente e a tutti i soci. L'avvio del procedimento per cedere le quote detenute dalla città (il 6,22% del totale) che ha deciso di puntare sul gruppo Aeb-Gelsia.
"La presente comunicazione viene trasmessa al fine di avviare le procedure di cui all'articolo 8 dello statuto sociale di Brianza Energia Ambiente SpA in ordine all'esercizio del diritto di prelazione dei soci". Così si conclude la lettera che Paolo Butti, sindaco di Seveso, martedì scorso ha indirizzato al presidente del consiglio di amministrazione di Bea e, per conoscenza, a tutti i soci: Provincia di Monza e Brianza e Comuni di Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Desio, Lentate sul Seveso, Limbiate, Meda, Muggiò, Nova Milanese, Solaro, Varedo.
Una scelta che a Seveso era già stata fatta il 28 aprile 2015 ma che, oltre confine, ha colto alla sprovvista più di qualche amministratore comunale. "Non è una scelta contro Bea", aveva spiegato a suo tempo Butti - ma un po' di valutazioni erano state fatte per arrivare a votare il piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate. Nelle sue pagine, appunto, la dismissione della partecipazione azionarie in Brianza Energia Ambiente, essendo passata in secondo piano nelle preferenze e nell'utilità per l'amministrazione comunale che ha puntato tutto sul gruppo Aeb-Gelsia.
"Avendo posto in essere nel corso del 2014 operazioni straordinarie con il gruppo Aeb SpA, relativamente al conferimento delle reti gas - spiegava il sindaco -, nonché al conferimento di azioni Gelsia Srl, volte al rafforzamento di tale vincolo societario essendo Gelsia Ambiente Srl società del gruppo che si sta avviando verso la trasformazione in società mista pubblica/privato, e avendo già rapporti di servizio di igiene ambientale con quest'ultima, che risulta anche economicamente più conveniente rispetto ai servizi offerti da Bea SpA, il Comune si trova obbligato normativamente a sancire la non indispensabilità della propria partecipazione in Bea SpA e, congiuntamente, nelle società da questa partecipate".
Butti, nella lettera inviata al presidente di Bea e ai soci, ricorda che Seveso detiene attualmente il 6,22% che corrisponde a 9.330 azioni del valore nominale di 100 euro cadauna per complessivi 933 mila euro. Ma si affretta a precisare che "sarà cura di questa amministrazione comunicare il valore della quota, in seguito a eventuale specifica perizia". In Consiglio comunale a Seveso era stato molto chiaro di fronte a specifica domanda: "Il patrimonio netto di Bea è di circa 31 milioni stando al bilancio 2014, il nostro 6,22% potrebbe essere tra 1 milione e mezzo e 1 milione 800 mila euro".
Una scelta che a Seveso era già stata fatta il 28 aprile 2015 ma che, oltre confine, ha colto alla sprovvista più di qualche amministratore comunale. "Non è una scelta contro Bea", aveva spiegato a suo tempo Butti - ma un po' di valutazioni erano state fatte per arrivare a votare il piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate. Nelle sue pagine, appunto, la dismissione della partecipazione azionarie in Brianza Energia Ambiente, essendo passata in secondo piano nelle preferenze e nell'utilità per l'amministrazione comunale che ha puntato tutto sul gruppo Aeb-Gelsia.
"Avendo posto in essere nel corso del 2014 operazioni straordinarie con il gruppo Aeb SpA, relativamente al conferimento delle reti gas - spiegava il sindaco -, nonché al conferimento di azioni Gelsia Srl, volte al rafforzamento di tale vincolo societario essendo Gelsia Ambiente Srl società del gruppo che si sta avviando verso la trasformazione in società mista pubblica/privato, e avendo già rapporti di servizio di igiene ambientale con quest'ultima, che risulta anche economicamente più conveniente rispetto ai servizi offerti da Bea SpA, il Comune si trova obbligato normativamente a sancire la non indispensabilità della propria partecipazione in Bea SpA e, congiuntamente, nelle società da questa partecipate".
"E' stata fatta anche un'analisi comparativa sulla situazione - commentava Butti -, quindi sulla scelta strategica di optare verso il gruppo Aeb piuttosto che verso il gruppo Bea. Noi con il gruppo Aeb abbiamo intrapreso un percorso in questo anno e mezzo che, oltre al conferimento delle reti del gas, ha previsto anche un forte progetto di coinvolgimento della città nell'essere promotrice di una serie di attività che hanno riguardato appunto la politica di gestione dei rifiuti, che ci ha portato a raggiungere livelli di differenziazione di oltre il 75 per cento. La situazione economica appare buona e in miglioramento per entrambe le società, tutti gli indicatori di redditività complessiva sugli investimenti e sulle vendite sono positive e in crescita. Ma la situazione di Gelsia Ambiente risulta migliore dal punto di vista della redditività complessiva. Presenta un rendimento del capitale proprio praticamente doppio rispetto a Bea che ha una struttura sovradimensionata rispetto all'attività che svolge".
E poi uno sguardo alle tariffe: per l'umido Bea chiede a Seveso 96,50 euro a tonnellata contro il 68 euro di Gelsia. Per il secco Bea vuole 80 euro a tonnellata contro i 78 di Gelsia. In soldoni sono 79 mila euro l'anno.
E poi uno sguardo alle tariffe: per l'umido Bea chiede a Seveso 96,50 euro a tonnellata contro il 68 euro di Gelsia. Per il secco Bea vuole 80 euro a tonnellata contro i 78 di Gelsia. In soldoni sono 79 mila euro l'anno.
Butti, nella lettera inviata al presidente di Bea e ai soci, ricorda che Seveso detiene attualmente il 6,22% che corrisponde a 9.330 azioni del valore nominale di 100 euro cadauna per complessivi 933 mila euro. Ma si affretta a precisare che "sarà cura di questa amministrazione comunicare il valore della quota, in seguito a eventuale specifica perizia". In Consiglio comunale a Seveso era stato molto chiaro di fronte a specifica domanda: "Il patrimonio netto di Bea è di circa 31 milioni stando al bilancio 2014, il nostro 6,22% potrebbe essere tra 1 milione e mezzo e 1 milione 800 mila euro".
Il Consiglio comunale (con i voti favorevoli della sola maggioranza di centrosinistra) aveva stabilito che il ricavato sarà da destinare all’ampliamento, messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole e delle palestre in capo al patrimonio comunale, soprattutto in relazione alla presenza di amianto nelle medesime strutture".