'Ndrangheta: 15 anni e 3 mesi per Giuseppe Pensabene, l'uomo del "tugurio"
SEVESO - Giuseppe Pino Pensabene, l'uomo che secondo l'accusa gestiva i nuovi traffici della 'Ndrangheta dal "tugurio" di corso Isonzo, venerdì mattina è stato condannato a 15 anni e 3 mesi dal Tribunale di Milano. Con lui una trentina di persone condannate.
Una condanna di 15 anni e 3 mesi per Pino Pensabene, colui che l'accusa ha definito quale nuovo reggente della cosca di Desio, l'uomo che gestiva in corso Isonzo la banca clandestina della 'Ndrangheta. Così ha deciso il Tribunale di Milano nel corso dell'udienza che si è svolta venerdì mattina nell'aula bunker del carcere di San Vittore. Con lui una trentina le persone condannate, con pene minime di un anno e mezzo.
Giuseppe "Pino" Pensabene, 49 anni, residente in città, era stato incastrato alla fine dell'inverno 2014 dal blitz della Squadra Mobile di Milano coordinata dal Procurato aggiunto Ilda Boccassini e dal Pm Giuseppe D'Amico. Grazie a indagini e alle intercettazioni era venuta alla luce l'attività del "tugurio" di corso Isonzo: quel monolocale senza finestre diventato sede della banca clandestina della 'Ndrangheta, capace di movimentare centinaia di milioni di euro, tanto che in alcune intercettazioni gli inquirenti avevano sentito pronunciare la frase: "Il capo è come la Banca d'Italia".
Nella stessa udienza condanna a 10 anni per Maurizio Morabito, considerato l'uomo fidato di Pensabene, 8 anni e 10 mesi per Annunziato Bovini, 8 anni e 1 mese per il desiano Domenico Zema. E, ancora, 8 anni per Vincenzo Cotroneo, 7 per Giuseppe Vinciguerra, 4 anni e 6 mesi per Fausto Giordano.
In mezzo a loro anche l'unico assolto, perfino con formula piena: il caratese Silvano Napolitano.