Novecento chilometri in bicicletta con la famiglia: la vacanza in Corsica diventa un libro

SEVESO - Fare una vacanza in bicicletta capita a molti. Fare 900 chilometri a qualcuno in meno. E il numero si abbassa se consideriamo chi ha pedalato con tutta la famglia. E' accaduto a Umberto e Rossella Dosi, andati in Corsica con i figli di 13 e 11 anni. E la vacanza è diventata un libro.

Se molti ragazzi tengono un diario delle proprie vacanze, in pochi possono scrivervi di aver percorso in bicicletta con tutta la famiglia 900 chilometri in 20 giorni, dormendo in tenda. Umberto e Rossella Dosi con i figli Ettore 13 anni e Irene 11 hanno dimostrato spirito d'avventura  compiendo un'impresa difficile da dimenticare: il giro della Corsica in cicloturismo.

Questa “insolita” vacanza, compiuta nel mese di giugno scorso è stata documentata da Ettore Dosi nel suo diario di viaggio in cui ha descritto, giorno per giorno, non solo le fatiche sportive, ma i propri timori e le proprie soddisfazioni.  Ora questa esperienza messa nero su bianco potrebbe diventare un libro, dato che lo stanno inviando ad alcune case editrici.

“Ho scritto questo diario di viaggio – dichiara Ettore Dosi - perché io e i miei non avevamo mai fatto nulla di simile. Siamo partiti col traghetto da Livorno l'8 giugno. Non avevamo nessuna aspettativa se non che fosse diversa dal solito, ci siamo affidati all'idea di mamma e papà. Non posso dire di non aver avuto dei timori del tipo: dove dormiremo? troveremo sempre da mangiare?Se foriamo e abbiamo le biciclette cariche di bagagli cosa succederà? Ma di giorno in giorno le paure sono scomparse e ho capito che le difficoltà vanno affrontate e superate senza paura, tutti insieme”.

Dai racconti del loro viaggio emerge come una vacanza in famiglia sia stata un vero e proprio viaggio di formazione per rinsaldare i legami famigliari e gioire delle proprie “vittorie personali”. In effetti le strade della Corsica nelle loro parole dense di entusiasmo sembrano srotolarsi come un nastro.

Il giro è cominciato da Bastia dove i quattro cicloturisti hanno capito quanto è complesso condurre una bicicletta carica di bagagli nel traffico di una cittadina portuale. Le tappe successive sono state   “Gole dell'Asco”, Ostriconi e Calvi dove hanno incontrato le prime salite e le prime piogge sul percorso. Si sono poi diretti a Porto e poi a Sagone, qui hanno potuto attraversare i “calanchi di Piana” ,luogo patrimonio dell'Unesco,montagne di roccia dolomitica che assumono una colorazione rossastra al calare e al sorgere del sole: qui non sono mancati nè la nebbia né il vento freddo. Le tappe successive sono state Sartène, Ajaccio e Propriano, in particolare quest'ultima tappa è stata memorabile e la salita per raggiungere Propriano è stata per tutti e quattro particolarmente “sudata” dato che li ha costretti per la prima volta a scendere dalla bicicletta per farsi l'ultimo tratto a piedi.

Dal decimo giorno al quindicesimo giorno hanno visto le città di Bonifacio, Porto Vecchio, Solenzara, Bravone e Furiani, in quest'ultima hanno avuto il primo inconveniente tecnico: la foratura di una gomma quando la bicicletta era ancora carica, per fortuna tutto è stato risolto nel giro di un ora di lavoro da parte del team familiare.Il giorno dopo, per riposarsi da queste fatiche hanno visitato la cittadina di Corte, prendendo un insolito treno fatto di due carrozze che si inerpicava velocemente sulle montagne corse. L'isola francese riservava altre sorprese come ad esempio pedalare fino a Cape Corse e Marina di Sisco stupendi paesaggi a picco sul mare: fino a pochi anni fa terreni di discarica, ora bonificati e diventati vere e proprie mete turistiche. E poi ancora in sella per altri 50 chilometri fino a Cape Corse  e altrettanti per Marina di Sisco.

 Il ventesimo giorno hanno raggiunto la città di Nonza, la tappa più lunga del giro, ovvero 100 chilometri per raggiungere una incantevole spiaggia di sassi neri per poi “attaccare” la salita del passo del Teghimé, (540 metri sul livello del mare) la cima ciclistica più alta della Corsica. Poi li aspettava rientro a Bastia per prendere il traghetto per Livorno.

Non si può certo dire che  i quattro cicloturisti abbiano "navigato a vista" anzi il viaggio è stato preparato in ogni dettaglio : sia dal punto di vista sportivo sia su quello logistico. Le biciclette da corsa con cui hanno affrontato il viaggio sono state messe a punto per poter caricare le borse in cui contenere il minimo abbigliamento, le stoviglie, i sacchi a pelo  e le tende. Il carico è stato ripartito in base alle età e alle capacità: ai ragazzi “solo” sacco a pelo e tenda mentre il resto sulle bici di mamma e papà.
“Se il libro verrà pubblicato - conclude Ettore Dosi -  spero possa servire a spronare i molti appassionati di bicicletta a intraprendere un simile viaggio. Pedalando si impara che la Corsica è bella anche se molte volte bisogna sudare per apprezzarla”.


Francesca Ronchi