Paralimpiadi, Briantea84: Dolfin giù dal podio dai 100 rana, ma è già nella storia

SEVESO - Stabilire il record italiano non gli è bastato. Marco Dolfin, il "dottore", ha concluso al quarto posto nella prova dei 100 metri rana alle Paralimpiadi di Rio. Il forte atleta, però, è già nella storia: nessuno nel club brianzolo, prima di lui, era arrivato a un passo dal gradino della gloria

Un soffio, un niente quasi impercettibile all’occhio umano. Una manciata di centesimi ha fermato Marco Dolfin dal bronzo nei 100 rana, nella finalissima dei giochi di Rio de Janeiro. Lo straordinario 1’38”27 sfoderato dal “dottore”, vale la quarta piazza paralimpica alle spalle del messicano Pedro Rangel (terzo con 1’37”84) ed è anche il nuovo record italiano SB5.

Tanta amarezza per un sogno sfumato, per una medaglia che mai come questa sera nella piscina dell’Olympic Aquatics Stadium era sembrata cosi alla portata del portacolori Briantea84. Senza però dimenticare una cosa: oggi, si scrive un nuovo pezzo di storia. Con il quarto posto nei 100 rana, Dolfin entra nel Club Paralimpico, insieme a tutti i medagliati di sempre.

“Ho ancora i brividi sulla pelle - ha commentato il presidente di Briantea84 Alfredo Marson -, Marco ha lottato fino all’ultimo centimetro di acqua per prendersi questa medaglia, se la meritava tutta. L’amarezza di questo momento, però, non deve far dimenticare che oggi questo ragazzo ha compiuto qualcosa di straordinario. È la prima volta che un nuotatore del nostro club raggiunge un traguardo così importante. È un risultato grandioso, per lui e la sua famiglia, per il tecnico Alessandro Pezzani che lo ha seguito in questi 5 anni di lavoro, e per tutta la nostra società. Vorrei che in questo momento non pensassero sia stato tutto tempo sprecato: io sono veramente orgoglioso di loro. Credo che lo sport sia un meraviglioso maestro di vita, può essere crudele ma ha la straordinaria capacità di rendere le persone più forti. Forse le mie parole possono sembrare un po’ folli: in tanti vedono in questo momento solo un’occasione persa, io non sono d’accordo. Perché comunque vada, bisogna crederci sempre, fino all’ultimo, anche quando una dannata medaglia ti sfugge dalle mani. Marco è un professionista affermato, un marito e un papà: ha una vita full-time ma non ha mai perso di vista i suoi obiettivi sportivi. E io, di una cosa, sono certo: non è stato tempo perso, perché con questi anni di lavoro e sacrificio ha vissuto il suo sogno, e lo ha fatto vivere a noi. Io lo guardo con una stima infinita, e vorrei che tutti i nostri atleti lo prendessero d’esempio, dal primo all’ultimo, dal più piccolo al più grande”.

“Diciamo che 3-4 mesi fa avrei messo la firma per un risultato così - ha commentato Dolfin nel post gara -. Oggi, a cose fatte, resta un po’ di dispiacere perché, considerata la  finale nuotata non velocissima e la minima distanza dal podio, questo piazzamento un po’ brucia. La medaglia era alla mia portata. Non voglio dimenticare, però, che questo è sempre un quarto posto ad una Paralimpiade. Tutto quello che c’era abbiamo dato, probabilmente serviva un qualcosina in più”

“L’amarezza è tanta - ha commentato Pezzani -, eravamo lì, a un soffio dal podio. Marco ha dato tutto, il risultato di stasera è comunque grandioso: quarto ad una paralimpiade, con un tempo che riscrive il record italiano. In questo momento, però, c’è un po’ di rammarico, perché quando arrivi a pochi centesimi dalla medaglia non puoi non pensare che avresti potuta mettertela al collo. Ripensi a tutto il lavoro, all’impegno e ai sacrifici fatti. Ma è la nostra prima esperienza, ripartiremo da qui. Certamente non possiamo farci fermare da un quarto posto in una finale paralimpica. Abbiamo costruito insieme qualcosa di grande, ci abbiamo creduto sempre e comunque. E continueremo a farlo”.


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