Pedemontana e diossina: ecco come avverranno i carotaggi
SEVESO - Al di là delle polemiche e delle diverse opinioni personali, nella serata di mercoledì, quella organizzata dall'amministrazione comunale alla Fondazione Lombardia per l'Ambiente, è stato spiegato come funzionano in carotaggi per cercare diossina.
Le premesse sono sostanzialmente diverse, ma il risultato oggi non cambia: a partire da martedì 3, subito dopo il Calendimaggio, a Seveso inizieranno i carotaggi, ovvero i lavori di analisi del terreno per stabilire se la diossina è ancora presente, a che profondità, in quali quantità. Indagine fondamentale per poter stabilire se e come (questo lo definiranno i politici sulla base del responso tecnico) eseguire eventualmente i lavori della tratta B2 di Pedemontana.
"Siamo venuti già tre volte a fare le indagini - ha spiegato l'architetto Barbara Vizzini, responsabile ambientale di Pedemontana, nel corso dell'incontro pubblico organizzato mercoledì sera dall'amministrazione comunale - definendo 83 punti nel 2008 e altri 115 tra l'agosto e il dicembre 2012 su richiesta del Cipe. Ora è intervenuta Regione Lombardia chiedendo di rivedere la situazione. Si tratta di altri 214 punti (22 in zona A, 52 in zona B, 130 nella zona R, altri 10 fuori da queste aree)".
Dall'altra parte la posizione del Comune: "Si è arrivati a questa situazione - ha evidenziato il sindaco Paolo Butti - ma soltanto grazie alla nostra insistenza e alle pressioni esercitate dalle associazioni ambientaliste".
In ogni caso si tratta di 3 punti a Barlassina, 39 a Meda, 54 a Seveso, 61 a Cesano Maderno, 28 a Bovisio Masciago, 29 a Desio. Dei 54 punti sevesini, 15 saranno su suolo pubblico e 39 su terreni privati.
"Tutti questi punti - ha spiegato l'ingegner Andrea Marzi, responsabile tecnico di "Nuova Briantea" - li ha individuati Arpa. Non noi, non il Comune. In casi limitati siamo riusciti a spostarli di poco, in accordo con Arpa, per cercare di limitare il disagio ai privati".
La durata media di ogni intervento varia dalle 2 alle 4 ore. "La 'carota' - ha illustrato Marzi - dovrà campionare il terreno a diversi livelli di profondità. A livello del suolo, tra i 20 e i 50 centimetri e fino a 2 metri. Il campione di ogni livello viene suddiviso in tre parti: una resta a noi che la facciamo analizzare a un nostro laboratorio, uno va ad Arpa che la analizza direttamente, la terza parte resta di scorta. Naturalmente in fase di carotaggio tutti sono rappresentati: presenti noi, presente il tecnico di Arpa, presente anche il geologo Gianni Delpero, consulente di parte dei Comuni".
Marzi ha aggiunto che prima di decidere di effettuare i carotaggi è stato interpellato anche l'ospedale di Desio: "Hanno fatto simulazioni e ci hanno risposto che, in base alle indagini già fatte in precedenza e alla durata di intervento limitata, il livello di contaminazione è talmente basso che l'organismo non può risentirne. Nonostante tutto adotteremo due precauzioni: la tuta per l'operatore, affinché lavori in sicurezza, e l'utilizzo di un aspiratore in prossimità del punto di carotaggio".
I cantieri avranno un'area limitata (massimo 2 metri per 7), previsto l'utilizo di teli antipolvere, bagnatura preventiva. I campioni estratti saranno messi in buste ermetiche.
Precauzioni che anche il geologo di parte del Comune ritiene sufficienti: "Io non metterò neanche la tuta, sarò vestito normalmente. Non c'è rischio in quella situazione. L'unica cosa che contesto è l'inutilità della misurazione di diossina anche al suolo, visto che nella maggior parte è terra di riporto o si tratta di terreni arati. Il carotaggio non comporta rischi per la popolazione: la diossina sotto terra non è pericolosa. Diventa un fattore di rischio su una superficie estesa e se viene assimilata a lungo. Per questo dico che il carotaggio serve: potrebbe portare anche a modifiche progettuali. Trattare la diossina è costoso. E il vero problema non è bonifica sì o bonifica no. La bonifica, eventualmente, è solo una delle soluzioni".
L'altra? Lui l'ha prospettata, i cittadini presenti l'hanno colta al volo: lasciare tutto così com'è. Ovvero diossina sotto terra, niente scavi. E, ovviamente, niente Pedemontana.
"Siamo venuti già tre volte a fare le indagini - ha spiegato l'architetto Barbara Vizzini, responsabile ambientale di Pedemontana, nel corso dell'incontro pubblico organizzato mercoledì sera dall'amministrazione comunale - definendo 83 punti nel 2008 e altri 115 tra l'agosto e il dicembre 2012 su richiesta del Cipe. Ora è intervenuta Regione Lombardia chiedendo di rivedere la situazione. Si tratta di altri 214 punti (22 in zona A, 52 in zona B, 130 nella zona R, altri 10 fuori da queste aree)".
Dall'altra parte la posizione del Comune: "Si è arrivati a questa situazione - ha evidenziato il sindaco Paolo Butti - ma soltanto grazie alla nostra insistenza e alle pressioni esercitate dalle associazioni ambientaliste".
In ogni caso si tratta di 3 punti a Barlassina, 39 a Meda, 54 a Seveso, 61 a Cesano Maderno, 28 a Bovisio Masciago, 29 a Desio. Dei 54 punti sevesini, 15 saranno su suolo pubblico e 39 su terreni privati.
"Tutti questi punti - ha spiegato l'ingegner Andrea Marzi, responsabile tecnico di "Nuova Briantea" - li ha individuati Arpa. Non noi, non il Comune. In casi limitati siamo riusciti a spostarli di poco, in accordo con Arpa, per cercare di limitare il disagio ai privati".
La durata media di ogni intervento varia dalle 2 alle 4 ore. "La 'carota' - ha illustrato Marzi - dovrà campionare il terreno a diversi livelli di profondità. A livello del suolo, tra i 20 e i 50 centimetri e fino a 2 metri. Il campione di ogni livello viene suddiviso in tre parti: una resta a noi che la facciamo analizzare a un nostro laboratorio, uno va ad Arpa che la analizza direttamente, la terza parte resta di scorta. Naturalmente in fase di carotaggio tutti sono rappresentati: presenti noi, presente il tecnico di Arpa, presente anche il geologo Gianni Delpero, consulente di parte dei Comuni".
Marzi ha aggiunto che prima di decidere di effettuare i carotaggi è stato interpellato anche l'ospedale di Desio: "Hanno fatto simulazioni e ci hanno risposto che, in base alle indagini già fatte in precedenza e alla durata di intervento limitata, il livello di contaminazione è talmente basso che l'organismo non può risentirne. Nonostante tutto adotteremo due precauzioni: la tuta per l'operatore, affinché lavori in sicurezza, e l'utilizzo di un aspiratore in prossimità del punto di carotaggio".
I cantieri avranno un'area limitata (massimo 2 metri per 7), previsto l'utilizo di teli antipolvere, bagnatura preventiva. I campioni estratti saranno messi in buste ermetiche.
Precauzioni che anche il geologo di parte del Comune ritiene sufficienti: "Io non metterò neanche la tuta, sarò vestito normalmente. Non c'è rischio in quella situazione. L'unica cosa che contesto è l'inutilità della misurazione di diossina anche al suolo, visto che nella maggior parte è terra di riporto o si tratta di terreni arati. Il carotaggio non comporta rischi per la popolazione: la diossina sotto terra non è pericolosa. Diventa un fattore di rischio su una superficie estesa e se viene assimilata a lungo. Per questo dico che il carotaggio serve: potrebbe portare anche a modifiche progettuali. Trattare la diossina è costoso. E il vero problema non è bonifica sì o bonifica no. La bonifica, eventualmente, è solo una delle soluzioni".
L'altra? Lui l'ha prospettata, i cittadini presenti l'hanno colta al volo: lasciare tutto così com'è. Ovvero diossina sotto terra, niente scavi. E, ovviamente, niente Pedemontana.